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Mangiare meno carne è necessario per salvare il pianeta

Mangiare meno carne è necessario per salvare il pianeta

Fino al 90% in meno secondo uno studio. Cambiare le abitudini alimentari e soprattutto mangiare meno carne sarà fondamentale.

Mangiare meno carne potrebbe essere una scelta obbligata in futuro per combattere il surriscaldamento globale. Secondo uno degli studi più comprensivi realizzati sull’effetto dell’alimentazione sul clima pubblicato sulla rivista Nature, un cambio drastico delle abitudini dei paesi ricchi sarà fondamentale per rispettare gli obiettivi degli accordi di Parigi.

Mangiare meno carne potrebbe non essere più una scelta

Quando parliamo di «cambio drastico» non stiamo enfatizzando. Secondo un recente studio il consumo di carne dovrà essere ridotto dal 60% al 90% se vogliamo garantire la capacità del nostro pianeta di sfamarci in futuro. L’analisi ha collegato le proiezioni future sull’aumento della popolazione, l’impatto delle attuali tecniche di coltivazione e soprattutto l’impatto delle abitudini alimentari.

Si stima che l’allevamento animale sia responsabile fino al 15% di tutti i gas serra immessi nell’atmosfera. Il crescere della popolazione mondiale fino alla cifra record di 10 miliardi di persone significa che nei prossimi 30 anni dovremo trovare il modo di produrre il 50% in più di cibo per garantire a tutti qualcosa da mangiare.

Tuttavia, se nessun cambiamento culturale avverrà nei paesi più «carnivori», l’impatto della produzione di cibo sull’ambiente rischia di salire, secondo il rapporto, del 90% entro il 2050. Il problema, inoltre, deriva dal fatto che in virtù dell'aumentare dei redditi e dell'adozioni di modelli di alimentazione occidentali, anche diverse nazioni orientali come Cina e India consumeranno molta più carne in futuro.

Per salvare la Terra bisogna diventare «flexitariani»

Gli scienziati hanno lanciato quindi un appello: per mantenere la Terra un luogo ospitale per l’Uomo sarà necessario diventare «flexitariani». Non smettere completamente di mangiare carne ma, accettare una dieta fondamentalmente a base vegetale e mangiare carne e derivati meno di una volta a settimana. I paesi occidentali sono tra i primi responsabili con Stati Uniti e Regno Unito che dovranno ridurre del 90% il consumo di prodotti animali e sostituirlo con almeno cinque volte tanto la quantità di legumi attualmente consumata.

Già diversi studi hanno raccontanto come mangiare meno carne e formaggi sia necessario, eppure mai fino ad ora la dimensione del fenomeno è sembrata così radicale. Il «cittadino medio» del mondo dovrà mangiare fino al 75% in meno di bovini e fino al 90% in meno di suini e dimezzare il numero di uova e di prodotti caseari come latte e formaggi.

Le proteine «perdute» in questo modo andrebbero sostituite invece con fino a 3 volte in più di legumi come fagioli, soia e piselli e fino a 4 volte in più di noci, nocciole e mandorle. Oltre ad un cambio di dieta, secondo i ricercatori, sarà fondamentale anche ridurre gli sprechi di cibo e acqua potabile. Il rischio di un mancato «cambio culturale» della dieta, è quello di continuare con un modello di alimentazione insostenibile col crescere della popolazione e le conseguenze per il futuro potrebbero essere preoccupanti.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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