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Consumo di carne raddoppiato, a rischio il pianeta

Consumo di carne raddoppiato, a rischio il pianeta

Il consumo di carne è raddoppiato negli ultimi 50 anni e il trend mondiale è in crescita. Il maggiore consumo a livello mondiale metterà a rischio l’intero ecosistema. Tra i responsabili la Cina.

Il consumo di carne a livello mondiale è raddoppiato negli ultimi 50 anni. Lo dice una recente ricerca dell’Università di Oxford secondo cui il trend è destinato ad aumentare. Sebbene nei paesi occidentali i consumi di carne hanno visto una stabilizzazione e in alcuni casi una contrazione negli ultimi 10 anni, a preoccupare gli scienziati è la crescita dei consumi dei paesi in via di sviluppo.

Trend in crescita per il consumo di carne

Nel 1961 ogni persona al mondo consumava circa 23 kg di carne ogni anno. Nel 2014 la cifra era praticamente raddoppiata e ogni abitante del pianeta consumava circa 43 kg di carne a testa. I consumi si sono stabilizzati nei paesi economicamente più sviluppati ed in alcuni casi addirittura contratti come nel caso del Regno Unito dove dal 2012 gli inglesi mangiano dal 4% al 7% in meno di carne.

A preoccupare tuttavia i ricercatori dell’Università di Oxford, nella loro ricerca pubblicata sulla rivista Science, è l’aumento esponenziale dei consumi nei paesi in via di sviluppo, soprattutto la Cina e altri paesi asiatici. Ripercorrendo tappe simili a quelle dell’Occidente del secondo dopoguerra, l’aumento del reddito e del potere d’acquisto dei cittadini cinesi li sta spingendo da una dieta storicamente vegetariana, ad una dieta a base di carne.

Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite il consumo di carne globale è destinato a salire del 76% entro il 2050, soprattutto il consumo di pollame che crescerà del 100%, di manzo che crescerà del 69% e di maiale che crescerà del 42%. L’allevamento animale è responsabile secondo le stime odierne di circa il 15% di tutte le emissioni gas serra nell’ambiente. Secondo i ricercatori, l’aumento esponenziale dei consumi a livello globale nei prossimi anni potrebbe mettere a rischio l’intero ecosistema. La quantità di risorse necessarie per produrre carne per 10 miliardi di persone semplicemente non è sostenibile.

Un aumento dei consumi insostenibile

Per dare una dimensione dell’aumento esponenziale dei consumi, la Cina, un tempo esportatore di soia, è oggi un importatore con oltre 100 milioni di tonnellate importate ogni anno. La soia è utilizzata come mangime per alimentare gli allevamenti interni. In paesi come Brasile, Argentina e Paraguay, l’aumento della richiesta ha portato ad una forte deforestazione per far spazio a nuove colture, contribuendo ad aumentare una spirale negativa per l’ambiente. Negli ultimi anni inoltre la Cina è diventato il mercato mondiale più grande per la carne, importando da paesi come Australia, Brasile e Russia.

Il governo cinese è sempre più attento nei confronti del taglio delle emissioni nei settori dei trasporti e della produzione di energia, tuttavia ad oggi il problema dell’aumento dei consumi di carne è largamente sottostimato. Recenti provvedimenti hanno visto il governo di Pechino pubblicare nuove linee guida alimentari indicando meno consumi di carne ed addirittura campagne mediatiche per la promozione dei benefici di una dieta povera di carne. Ma il cambiamento della cultura alimentare dei cinesi ha radici profonde e potrebbe essere estremamente difficile da contrastare.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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