Proteine microbiche come sostituto della carne: così possono aiutare l'ambiente

L’allarme arriva da più parti: nei paesi industrializzati mangiamo troppa carne. La nostra fame di carne, in particolare quella bovina, ha portato a quasi un raddoppio della produzione negli ultimi 60 anni. È un trend insostenibile per il pianeta per via non soltanto delle emissioni di gas serra prodotte dagli allevamenti, ma dell’effetto combinato con l’aumento della deforestazione par far spazio a nuovi pascoli. Secondo una recente analisi che arriva dalla Germania, una soluzione potrebbe arrivare dalle proteine microbiche, le proteine ottenute grazie alla fermentazione. Utilizzare come, in parte, sostituto della carne potrebbero aiutare a contrastare gli effetti dell’allevamento sul clima.

Proteine microbiche come sostituto della carne per aiutare l’ambiente
Secondo una nuova analisi dell’Istituto Potsdam per la Ricerca sull’Impatto Climatico (PIK) pubblicata sulla rivista Nature sostituire il 20% delle proteine di origine animale nella nostra dieta con proteine microbiche potrebbe dimezzare la deforestazione entro il 2050. Le proteine microbiche sono un possibile sostituto della carne che arrivano grazie all’azione di fermentazione messa in atto da batteri e funghi. Il processo di fermentazione produce una “biomassa” capace di assomigliare molto per sapore, consistenza e valori nutrizionali alle proteine della carne pur tuttavia consumando molte meno risorse e con un impatto per la loro produzione decisamente più contenuto. Per i ricercatori tedeschi potrebbero essere la soluzione ideale.
Mangiamo troppa carne
Il sistema alimentare, ovvero il sistema che porta gli alimenti dal campo alle nostre tavole, è responsabile per circa un terzo di tutte le emissioni globali di gas serra. L’allevamento e la produzione di carne è la voce principale all’interno di questo sistema. Questo perché, spiega Florian Humpenöder, ricercatore del PIK e autore principale dello studio, sempre più foreste capaci di catturare anidride carbonica vengono tagliate per far spazio ad allevamenti o a campi destinati alla coltivazione di piante destinate a diventare mangimi.
Parte della soluzione per i ricercatori potrebbe arrivare proprio dalla biotecnologia trovando un sostituto alla carne attraverso le proteine microbiche. Insomma, secondo Humpenöder: “La buona notizia è che non dobbiamo aver paura di dover mangiare solo verdure in futuro. Possono continuare a mangiare hamburger e simili, solo che le proteine saranno prodotte in modo diverso”.
Proteine dai batteri per un futuro più sostenibile
Quando parliamo di "sostituto della carne" oggi possiamo individuare tre principali gruppi: i sostituti a base vegetale in genere soia, che possono arrivare a somigliare in modo notevole al prodotto originale, carne “coltivata” a partire dalle cellule animali oppure, per l’appunto le proteine microbiche derivata dalla fermentazione batterica. Il vantaggio della fermentazione, un processo che l’uomo utilizza in ambito alimentare da millenni come nella produzione di birra e pane, è che richiede poco terreno e poche risorse per ottenere un apporto proteico comparabile a quello della carne.
I microbi in questione vivono di zucchero e con una temperatura costante producono un prodotto ricco di proteine che può avere il sapore, la consistenza e l’apporto nutritivo della carne rossa. Il metodo moderno è stato sviluppato a partire dagli anni '80. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense le proteine microbiche come sicure nel 2002.
