Plastica, nell’organismo umano è ormai ovunque

La plastica è ormai onnipresente tanto nel mondo quanto nell’organismo umano. Vari studi hanno trovato tracce degli inquinanti nei tessuti più disparati e la letteratura scientifica sulla questione è in continuo aggiornamento. L’impatto delle piccole particelle sulla salute non è ancora del tutto chiaro ma i dati a disposizione appaiono tutt’altro che confortanti.

Quanta plastica c’è nell’organismo umano?
L’eccessiva produzione di plastica è uno dei grandi problemi della nostra epoca e non stupisce che tracce di tali rifiuti si trovino ormai anche nell’organismo umano. A costituire i maggiori pericoli sono microplastiche e nanoplastiche. Le prime sono particelle con diametro inferiore ai 5 millimetri, mentre le seconde risultano persino più piccole, con ampiezza di meno di un millesimo di millimetro.
Queste sono il risultato del processo di degradazione di frammenti di plastica più grandi. Grazie alle loro ridotte dimensioni esse finiscono per immettersi nella catena alimentare e per entrare nel corpo umano attraverso varie vie. Vengono, quindi, in primis, ingerite, ma sono talvolta assorbite attraverso la pelle o inalate con il respiro. Tracce di tali inquinanti sono già state trovate in polmoni, arterie, sangue, apparato digerente, sperma, placenta e persino urina umana.
Cosa causa la plastica nell’organismo?
Le tracce di plastica presenti nell’organismo umano rappresentano un pericolo per diversi motivi. Grazie alle loro ridotte dimensioni esse sono in grado di infiltrarsi in profondità e di accumularsi in fegato, reni, polmoni e altri organi. Si rischia, quindi, di andare incontro a infiammazioni e lo stress ossidativo aumenta.
Alcuni studi hanno persino rilevato la massiccia presenza di microplastiche nelle arterie di persone affette da arteriopatia, suggerendo una correlazione, sebbene non una causalità dimostrata. Altri danni sono causati dalla composizione chimica delle particelle intruse e dall’eventuale presenza di microrganismi sulla loro superficie. Il livello di tossicità viene comunque definito basso.
Effetti delle microplastiche sull’organismo umano: quanto sono pericolose?
Le ricerche sulle tracce di plastica presenti nell’organismo umano si susseguono, ma la gravità della situazione non è ancora chiara. Alcuni esperimenti sugli embrioni di polli hanno, per esempio, dimostrato che gli inquinanti sono in grado di penetrare nelle cellule staminali e di alterarne i processi di sviluppo o di condurle alla morte.
Tali risultati sono stati ottenuti iniettando nei tessuti delle nanoplastiche. Gli esperimenti non sono, quindi, replicabili sull’uomo, ma sollevano una certa inquietudine. Dato che, nonostante l’aumento importante dell’inquinamento da plastica non si è osservato un proporzionale moltiplicarsi dei casi di malformazioni alla nascita, gli scienziati chiedono di non trasformare il lecito dubbio in panico.
Capire come la plastica si muove e agisce nell’organismo umano potrebbe aprire importanti prospettive di ricerca. Alcuni scienziati puntano, persino, a sfruttare la capacità delle minuscole particelle di infiltrarsi nei tessuti per rendere più efficaci le cure contro il cancro, ma la strada appare ancora lunga. La priorità rimane, comunque, capire quali danni gli inquinanti causino alla salute di uomo e ambiente.
Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.
