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Pastiera napoletana, storia del celebre dolce pasquale

Pastiera napoletana, storia del celebre dolce pasquale

Dal mito di Partenope al convento di San Gregorio Armeno, in questo articolo vi raccontiamo la storia della pastiera napoletana

È tipica di Pasqua, ma a Napoli si mangia tutto l'anno. A colazione o come dessert. Con la sua dolcezza e le note agrumate ha conquistato tutta Italia e spesso anche al Nord non ne possono fare a meno. Parliamo ovviamente della pastiera napoletana. Qual è la sua storia e perché viene preparate durante le festività pasquali?

storia pastiera
@envatoelements

La storia della pastiera napoletana: il mito di Partenope

Si dice che la pastiera napoletana abbia origini pagane. Secondo il mito, infatti, la sirena Partenope aveva scelto il Golfo di Napoli come dimora. Per celebrare lei e la sua voce melodiosa, si era diffuso un misterioso culto con cui la popolazione donava alla sirena sette doni: la farina, simbolo di ricchezza, la ricotta, che richiamava l'abbondanza, le uova, come auspicio di fertilità, il grano cotto nel latte, i fiori d'arancio (o di altri agrumi), lo zucchero e le spezie.

Una volta ricevuti i doni, la leggenda dice che sia stata Partenope a unirli creando l'iconico dolce della tradizione napoletana. Questo dice la leggenda. Ad ogni modo questo racconto ricalca sicuramente l'usanza delle sacerdotesse di Cerere che portavano in processione l'uovo, simbolo della vita nascente poi reinterpretato come “rinascita” e Resurrezione con l'avvento del cristianesimo.

E il grano o il farro, con la ricotta? Potrebbero essere associati al pane di farro delle nozze romane. Mentre un'altra ipotesi collega la pastiera napoletana alle focacce rituali dell'epoca di Costantino, derivate dall'offerta di latte e miele che i catecumeni ricevevano durante il battesimo nella notte di Pasqua. La pastiera è comunque rimasta legata, oltre che all'arrivo della primavera, all'atmosfera mistica della resurrezione di Cristo, divenuta messaggio di pace e di grazia sulla mensa pasquale.

La suora del convento di San Gregorio Armeno

Per trovare una storia più recente della pastiera napoletana dobbiamo abbandonare il mito, oppure portare le lancette avanti di qualche secolo. Siamo nella Napoli del XVI secolo, precisamente nel convento di San Gregorio Armeno.

Pare che il dolce partenopeo sia nato proprio qui. Come? Si dice che una suora volesse preparare un dolce assemblando degli ingredienti che avevano grande potere simbolico nel cristianesimo. Le spezie venivano dall'Oriente, i fiori d'arancio, invece, dal profumato giardino del convento. La preparazione si diffuse e le suore del convento regalavano le pastiere alle famiglie napoletane. Questo dolce era così irresistibile che strappò – si dice – un sorriso anche alla moglie di Ferdinando II di Borbone, la fredda Maria Teresa d'Austria.


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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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