Malattie respiratorie croniche in Europa, tagliare l’inquinamento per ridurle

In Europa le malattie respiratorie croniche sono una piaga per la salute pubblica. Secondo gli ultimi dati esse rientrano tra le principali cause di morte nel Vecchio Continente e a rendere il loro impatto tanto drammatico contribuiscono in modo determinante vari fattori ambientali. L’inquinamento atmosferico è in cima alla lista dei colpevoli e l’unica strategia di prevenzione accettabile passa dal miglioramento della qualità dell’aria.

Cause di morte in Europa: le malattie respiratorie croniche
Un report della European Environmental Agency ha lanciato l’allarme: le morti dovute a malattie respiratorie croniche in Europa sono ancora troppe. Ogni anno nel Vecchio Continente a causa di simili patologie muoiono, infatti, più di 78.000 persone. Tra le patologie dell’ambito responsabili dei decessi prematuri rientrano, tra le altre:
- Bronchite
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva
- Asma
- Enfisema
Il numero di infezioni respiratorie nei 27 Paesi dell’Eurozona ha fatto registrare un calo del 20% tra il 1990 e il 2015 ma dal 2021 è tornato a salire. Lo stesso vale per il trend relativo ai decessi. L’impatto delle patologie respiratorie croniche appare, per altro, eterogeneo. La sorte peggiore tocca a Est e Sud Est Europeo, oltre che alla Turchia.
Quali sono le cause delle malattie respiratorie croniche in Europa?
A fare in modo che le malattie respiratorie croniche in Europa mietano tante vittime contribuiscono in modo determinante i fattori ambientali. L’inquinamento atmosferico ricopre un ruolo di rilievo, dato che contribuisce al 14% dei decessi prematuri. Subito dietro di esso spiccano le temperature estreme. A freddo e caldo sono, infatti, attribuibili l’11% delle morti annue. Esposizione professionale e fumo passivo completano il quadro, con un rispettivo contributo dell’8 e del 3% al totale.
L’apporto di muffe, polveri aero-allergeni, fumo di incendi e altri inquinanti, per cui in diverse zone mancano conteggi precisi, non sono stati inclusi nell’indagine. Età, sesso, etnia e stile di vita dei singoli restano delle variabili importanti ma i fattori ambientali fanno da denominatore comune.
Malattie respiratorie croniche in Europa: dalle statistiche agli interventi
I dati relativi all’impatto dei fattori ambientali sulle malattie respiratorie croniche in Europa devono, secondo gli esperti, orientare le strategie di intervento. Dato che gli elementi sopra elencati contribuiscono in modo significativo allo sviluppo delle patologie appare, infatti, chiaro che, con azioni coerenti, è possibile lavorare sulla prevenzione prima che sulla cura.
Il report indica, allora, come prioritari miglioramento della qualità dell’aria, lotta alla povertà energetica e messa a punto di norme di sicurezza efficaci in materia di esposizione professionale. L’EEA sottolinea anche che simili strategie possono essere attuate solo in ambito pubblic, perché i singoli hanno limitate possibilità di proteggersi. Lo stanziamento di fondi adeguati non può che risultare parte integrante dei piani.
L’impegno dell’Unione Europea per la riduzione delle malattie respiratorie croniche è concentrato soprattutto nelle campagne contro il tabacco. Ora è arrivato il momento, secondo gli esperti, di promuovere strategie univoche più ampie. Dato che, come sottolinea il report, gli effetti delle azioni correttive non potranno essere percepibili nell’immediato ma solo a distanza di anni, il tempo a disposizione appare estremamente limitato.
Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.
