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La differenza tra mandragora e bietola

La differenza tra mandragora e bietola

Intossicazioni da mandragora, come riconoscerla e qual è la differenza tra mandragora e la bietola selvatica

Il foraging è un’attività estremamente avvincente quanto rischiosa. Natura vuole, infatti, che per ogni erba commestibile ci sia un esemplare a lei simile ma velenoso. È questo il caso della pianta di mandragora che, anzi, vanta somiglianze con ben più specie commestibili: la bieta selvatica, gli spinaci, l’insalatina e anche la borragine. Qui indagheremo la differenza tra mandragora e bietola, cercando di capire come distinguerle per prevenire possibili casi di intossicazione alimentare, anche gravi.

differenza mandragora bietola
Foto: Rebeca G. Sendroiu @Unsplash

La mandragora, pianta simile alla bietola, ma velenosa

La mandragora è una pianta velenosa estremamente comune in Europa. Ha segni distintivi che la rendono riconoscibile ma la sua somiglianza con altre specie selvatiche la rende certamente temibile. In passato veniva anche utilizzata come pianta medicinale per la sua potente azione sedativa, pratica poi divenuta vietata per l’elevata tossicità di ogni sua componente.

La differenza tra mandragora e bietola

Una delle caratteristiche più importanti per capire la differenza tra mandragora e bietola è l’analisi del picciolo, cioè la struttura che permette l’ancoraggio della foglia al fusto della pianta. Nella bietola è molto lungo, anche quattro/cinque volte più lungo della lamina fogliare. Quello della mandragora invece è decisamente più corto.

Come distinguerle analizzando le foglie

Altro tratto distintivo sono le foglie delle due piante e il modo in cui la lamina fogliare si congiunge al picciolo. Nel caso della mandragora, queste sono tipicamente strette e allungate, terminanti a punta. I margini della foglia, dall’estremità, tendono a decorrere progressivamente fino alla base del picciolo. La foglia di mandragora, inoltre, è increspata, ha una superficie ruvida e bollosità pronunciata. Qualche volta presenta spine, ma questa è più un’eccezione che un tratto distintivo.

Nella bietola, invece, le foglie sono molto simili a quelle della pianta coltivata. Sono turgide, molto lucide e bitorzolute, a forma di rombo, simile a quella di una lancia. La lamina fogliare si tronca repentina e decorrere sul picciolo con un piccolo dentino.

Mandragora e bietola, le differenze organolettiche

Dulcis in fundo, le caratteristiche organolettiche delle due piante. Mentre la mandragora ha un odore poco gradevole, la bietola ha un sapore naturalmente dolce (è una stretta parente della barbabietola e vi basti pensare che dalla radice di quest’ultima si estrae lo zucchero) e vagamente ferroso, caratteristiche che condivide con gli spinaci, appartenenti alla stessa famiglia.

In materia di erbe selvatiche, comunque, vale sempre la stessa regola: se non siete pienamente sicuri di ciò che avete raccolto, non mangiatelo.


Elza Coculo
Elza Coculo
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Giornalista pubblicista, in continua formazione per attitudine, mi piace scrivere di tematiche ambientali, sostenibilità e innovazione. Attenta al presente, curiosa per il futuro, sono un’ottimista, convinta che l’unica cosa che ci renda migliori sia la volontà di migliorarsi.
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