Qual è l’erba spontanea più velenosa?

Passata alla storia come la pianta di Socrate, l’erba spontanea più velenosa che si possa incontrare in natura è senza dubbio la Cicuta maggiore (Conium maculatum). Questa contiene sostanze alcaloidi tossiche potenzialmente mortali per l’uomo. È una pianta molto comune nelle campagne italiane, spesso confusa con altre specie selvatiche commestibili.

Come riconoscere la cicuta selvatica
La cicuta ha caratteristiche estetiche abbastanza distinte. Ha una grossa radice carnosa di colere bianco. Il fusto, che può raggiungere altezze anche di due metri, è cavo all’interno e, lungo tutta la lunghezza del gambo, presenta piccole macchie color rosso vino. I fiori sono bianchi. Le foglie triangolari e di grandi dimensioni. È in fioritura da aprile ad agosto.
Tratto distintivo per eccellenza di questa pianta è l’odore decisamente sgradevole che emana, specie quando se ne danneggia il fusto. Per intenderci, l’odore della cicuta assomiglia molto a quello della pipì di gatto.
Dove cresce la pianta più velenosa del mondo
Non è raro trovare la pianta sia in campagna che nelle zone collinari. La cicuta predilige per lo più luoghi freschi, quindi, sono favoriti i sentieri umidi dei boschi e dei fiumi, ma anche il bordo siepe o i terreni incolti.
Gli effetti della Cicuta maggiore
La cicuta contiene ben cinque sostanze alcaloidi altamente tossiche, appartenenti alla classe delle neurotossine. Non a caso è l’erba spontanea più velenosa in natura. Quando ingerita provoca effetti gravi quali forte salivazione, tremore muscolare intenso, delirio, spasmi e addirittura morte per paralisi respiratoria. Gli effetti da avvelenamento si presentano velocemente, bastano all’incirca 15 minuti dall’ingerimento.
Avvelenamento diretto e indiretto
Un avvelenamento diretto da cicuta è molto raro poiché il forte odore che la pinta emana la rende ben riconoscibile. Può capitare, invece, che animali come gli uccelli, che ne sono immuni, possano banchettare con la cicuta e accumulare le tossine nella carne, provocando un avvelenamento indiretto nell’uomo che la ingerisce.
In qualsiasi caso attenzione a non confondere la cicuta con altre specie spontanee commestibili simili per aspetto. È il caso del cerfoglio o prezzemolo selvatico (da qui il nome di finto prezzemolo dato alla cicuta) o della carota selvatica, dalla quale si distingue quasi unicamente per il colore dei fiori. Il consiglio, se non si è sicuri di aver identificato correttamente la pianta, è quello di non raccogliere o chiedere a un esperto.
Quanta cicuta serve per morire
La concentrazione delle tossine varia a seconda delle parti della pianta. I frutti sono senz’altro i più tossici, specie se non maturi. La dose letale di cicuta per un essere umano corrisponde a pochi grammi di frutti verdi.
