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Whisky sostenibile: la Scozia si mette in prima linea

Whisky sostenibile: la Scozia si mette in prima linea

Produrre whisky sostenibile è una sfida, ma la Scozia punta a raggiungere la decarbonizzazione e molte distillerie sembrano determinate a riuscirci.

Produrre whisky sostenibile non è semplice, ma la crisi climatica rende necessario fare un tentativo. I numeri relativi all’impatto ambientale di tale settore sono inquietanti e ora la Scozia sembra determinata a promuovere un’inversione di rotta. La strategia consiste nel puntare su economia circolare ed energie rinnovabili, ma il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo delle zero emissioni richiede impegno, tempo e finanziamenti.

whisky sostenibile

Impatto ambientale del whisky:

La strada verso il whisky sostenibile appare in salita. Ogni anno in Scozia vengono prodotti 390 milioni di litri del distillato per un valore che nel 2019 ha toccato i 5 miliardi di sterline. Il liquore, bene d’esportazione più prezioso del Regno Unito, ha però sull’ambiente un impatto significativo. L’83% dell’energia impiegata dal settore viene utilizzata per produrre il calore necessario alla distillazione, ma il 72% di questa deriva da combustibili fossili. Il timore è, poi, che la crisi climatica in futuro danneggi le coltivazioni di orzo e risulti incompatibile con le grandi quantità di acqua necessarie alle distillerie.

Whisky sostenibile:

In Scozia i piani per rendere il whisky sostenibile sono concreti. Le distillerie si sono, infatti, prefissate l’obiettivo di decarbonizzare il settore entro il 2040 e molte nell’ultimo decennio hanno fatto importanti progressi. Le energie rinnovabili rappresentano un punto cardine della rivoluzione. Eolico e solare appaiono in testa ma la distilleria Bruichladdich, è, per esempio, pronta a sfruttare anche idrogeno verde ed energia delle maree. Diverse realtà si sono poi convertite a processi di digestione anaerobica e a caldaie a biomassa, che permettano di sfruttare anche i sottoprodotti di scarto. La necessità di alimentazione continua e i costi degli impianti sostenibili si pongono come proibitivi ostacoli in un settore prevalentemente rurale e i contributi del governo sono imprescindibili.

Whisky sostenibile e futuro:

Rendere il whisky sostenibile richiede impegno, ma le prospettive appaiono buone. Diverse distillerie hanno già ridotto le proprie emissioni e molte nuove aziende hanno debuttato sul mercato puntando sulla sostenibilità. Nc’Nean ha ottenuto il riconoscimento di prima distilleria a zero emissioni del Regno Unito. La fondatrice Annabel Thomas ha, così, sottolineato che continuare su questa strada è ora responsabilità di ogni singola attività. Douglas Taylor, CEO di Bruichladdich, ha, invece, affermato che partire da cambiamenti piccoli, ma concreti e immediati, è fondamentale. La distilleria punta, dunque, a essere un modello e a dare il via a una vera rivoluzione.

Pensare a un whisky sostenibile non è ancora del tutto semplice. Il Regno Unito è deciso a perseguire l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2045 e tale settore non potrà che delinearsi come un campo decisivo. Lo scotch rimarrà sempre un simbolo della Scozia. Brindare alla possibilità che un giorno gustarne un bicchiere si rivelerà un gesto di totale comunione con la natura, appare quasi d’obbligo.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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