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Tè e caffè in gravidanza aumentano il rischio di bambini sovrappeso

Tè e caffè in gravidanza aumentano il rischio di bambini sovrappeso

Sembrerebbe che té e caffé in gravidanza aumentano il rischio di bambini sovrappeso o obesi. A sostenerlo un gruppo di ricercatori, che avvertono: bastano tre tazze di tè al giorno.

Bere tè e caffè in gravidanza aumenta il rischio di dare alla luce bambini sovrappeso o obesi, bastano 3 tazzine di caffè espresso o 5/6 tazze di tè. Il limite segnalato dagli scienziati che hanno condotto lo studio, infatti, sembrerebbe essere inferiori ai 200 mg di caffeina attualmente segnalati come massimo dal Sistema Sanitario Nazionale inglese. Quello che preoccupa di più gli scienziati però sono le mamme delle nuove generazioni, abituate agli energy drink.

Caffeina pericolosa

Sappiamo già che la caffeina è una molecola particolare, eccitante e in alcuni casi pericolosa. Gli scienziati della Sahlgrenska Academy in Svezia e del Norwegian Institute of Public Health in Norvegia sono andati oltre, analizzando un campione di 50.000 madri e dei loro figli per oltre 8 anni. Si tratta insomma di uno degli studi sanitari più ampi mai condotto nella storia della medicina.

Il dato scovato dagli esperti è interessante: i figli delle donne che consumavano più caffeina avevano circa il 5% in più di possibilità di diventare sovrappeso o obesi, entro i cinque anni, in confronto alle madri che ne consumavano meno. Il meccanismo sembrerebbe legato all’attività che questa molecola ha sull’espressione di alcuni geni impegnati a regolamentare il peso corporeo.

Attualmente la dose limite secondo il Sistema Sanitario inglese è di 200 mg, che più o meno corrispondono a 3 tazzine di caffè espresso o 5/6 tazze di tè nero. Anche il nostro Ministero della Salute consiglia di non esagerare con la caffeina, senza però specificarne le quantità. A preoccupare di più gli scienziati però è il consumo di energy drink da parte delle nuove generazioni, che potrebbe portare le madri a introdurre nell’organismo quantità elevata di caffeina.

Fonti: British Medical Journal, Telegraph

Le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. L’autore ed il sito declinano ogni responsabilità rispetto ad eventuali reazioni indesiderate.


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