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Rifiuti ed e-commerce: ecco RePack, la busta per le consegne che si restituisce

Rifiuti ed e-commerce: ecco RePack, la busta per le consegne che si restituisce

Sviluppato da un’azienda finlandese, l’imballaggio è studiato per essere restituito via posta senza costi. Anche H&M sta sperimentando questa soluzione

Un imballaggio da e-commerce riutilizzabile grazie alla collaborazione dei consumatori. È la proposta di RePack, azienda finlandese specializzata in packaging, per ridurre l’impatto ambientale delle piattaforme di vendita online. Nello specifico, si tratta di una busta, studiata soprattutto per i vestiti, che sostituisce i modelli classici in cartone con rivestimento interno in bolle di plastica. Una volta ricevuta, il cliente non deve fare altro che estrarre il suo prodotto, piegarla e infilarla in una cassetta della posta per la restituzione.

RePack busta packagin riutilizzabile

L’e-commerce ma gli imballaggi sono un problema

Il sistema messo a punto da RePack potrebbe rivelarsi una buona soluzione per diminuire la produzione di rifiuti derivante dagli acquisti online. Un problema destinato ad aumentare con la crescita costante dell’e-commerce. Modalità d’acquisto che ha avuto un boom con la pandemia di Covid-19 e le conseguenti limitazioni a spostamenti e attività commerciali: secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, il valore degli acquisti online nel 2020 raggiungerà i 22,7 miliardi di euro, un aumento del +26% rispetto e l’incremento in valore assoluto più alto di sempre (+ 4,7 miliardi in un solo anno).

Chi sta puntando su RePack

Ecco perché moltissimi brand del settore moda stanno optando per la busta vuoto a rendere RePack. Negli Stati Uniti è stata lanciata quest’anno e sono già 125 le realtà che collaborano con l’azienda finlandese facendo circolare centinaia di migliaia di imballaggi eco-friendly. Tra le prime a introdurre il packaging il marchio Eliou e Ganni, mentre North Face e Vans starebbero sondando il terreno per aggiungersi alla lista. Con H&M, invece, sono stati avviati dei progetti pilota in Europa.

Come funziona

La busta RePack è prodotta in tessuto polipropilene, lo stesso utilizzato ad esempio per le borse riutilizzabili di Ikea. È resistente all’acqua e progettata per durare più a lungo possibile. Se si usura a tal punto da non essere più impiegata per le spedizioni, questa viene riparata con frammenti dello stesso materiale e usata per la creazione di shopping bag. Il cliente che riceve l’ordine contenuto nell’innovativo imballaggio non deve pagare alcuna cauzione. Per ammortizzare questa opzione d’acquisto, sono i singoli brand a decidere se rincarare i prezzi dei prodotti o lasciare al consumatore la scelta di pagare un extra per essere più eco-friendly. Le buste, una volta sigillate con un’apposita etichetta, piegate e infilate nella cassetta, tornano nei centri RePack dove, prima del riutilizzo, sono pulite e sanificate.

Un’impronta climatica inferiore

Naturalmente questi imballaggi sono studiati per avere un impronta climatica inferiore alle buste monouso e tenere lontane dalle discariche tonnellate di rifiuti. Il trasporto su ruota per spostare le buste da un posto all’altro non incide così tanto da far perdere i benefici ambientali del packaging. Lo assicura l’azienda: “Anche prendendo in considerazione il percorso di rientro – quando la busta è piegata e ci viene rispedita e il camion del servizio postale produce anidride carbonica – c’è ancora un enorme vantaggio sugli imballaggi usa e getta in termini di emissioni”, ha spiegato Mitch Barlas, presidente della divisione americana di RePack.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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