Margherita pratolina, proprietà e come mangiarla

Conosci le mille proprietà della margherita pratolina? È un fiorellino di campo molto carino, solitamente bianco e profumato. Simbolo degli amori sussurrati, è proprio quello del “M’ama, non m’ama”. È un fiore decisamente comune e facile da vedere negli incolti, nei prati o nei giardini ma è meno conosciuto per i suoi tanti usi curativi. Qui approfondiremo proprio le sue proprietà, quali sono i maggiori utilizzi della pratolina e come è possibile mangiarla.

Le proprietà della margherita pratolina
La margherita pratolina, nome scientifico Bellis perennis, è una pianta perenne, della famiglia delle Asteracee. Ha origini europee e in Italia è diffusa praticamente ovunque. Le si attribuiscono proprietà antinfiammatorie, calmanti, rilassanti, lassative e cicatrizzanti.
In omeopatia si usa per trattare strappi muscolari, distorsioni e contusioni anche profonde perché più penetrante dell’arnica. È conosciuta anche come rimedio del giardiniere.
Cosa si può fare con le pratoline
Questo fiorellino può sostenere la nostra salute. L’infuso è quanto di più adatto e semplice da fare per godere delle sue virtù. Mettete in infusione in acqua bollente fiori e foglie della pratolina per circa 10 minuti e l’infuso è pronto. Per una tazza basteranno 10/15 margherite e qualche foglia.
Per uso interno è ottimo ricostituente e utile a:
- Ipertensione e insonnia
- Tosse e raffreddore
- Regolare l’attività dell’apparato digerente
- Depurare dalle tossine.
Per uso esterno, sotto forma di oleolito, la margherita di campo è rimedio naturale per curare:
- Ferite
- Eruzioni cutanee e arrossamenti
- Ascessi.
L’azione antinfiammatoria rende la margherita pratolina anche alleata di bellezza ed è molto usata in campo cosmetico. Può aiutare la cute stressata, rinforzare la tonicità della pelle e decongestionare il viso. Ha anche un effetto rassodante per cui si usa spesso su collo, seno, addome e cosce.
Come si mangiano le margherite di campo
Dulcis in fundo, la margherita pratolina è un fiore edibile, quindi buono anche da mangiare. Sia le foglioline che i fiori sono tenerissime e dal gusto insolito.
In genere si aggiungono semplicemente alle insalate ricche o nelle zuppe e nei risotti. In questo caso le foglie possono andare in cottura, il fiore si lascia fresco e si aggiunge alla fine.
