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La Pitina friulana diventa IGP

La Pitina friulana diventa IGP

È arrivato via libera dell’UE all’IGP per la Pitina friulana. La classica «polpetta» del Friuli a base di carni di ovino ottiene così riconoscimento e tutela a livello europeo.

La Pitina friulana è ufficialmente IGP. L’Indicazione Geografica Protetta è arrivata grazie al via libera della Commissione Europea. La polpetta friulana base di carni ovicaprine o selvaggina ungulata sarà quindi d’ora in poi protetta anche a livello europeo.

Cos’è la Pitina friulana?

La particolarità di questo salume è che è esclusivamente a base di carne di pecora, capra, capriolo, daino, cervo o camoscio. La classica «polpetta» pordenonese è facilmente riconoscibile per la forma e il colore che la contraddistinguono. Lo strato esterno protettivo è fatto da farina di mais invece che dai budelli utilizzati generalmente per gli insaccati.

La carne di selvaggina viene generalmente mescolata con carne di capra o pecora assieme a sale e pepe nero. Vista la scarsità di budelli in passato, per consentire il processo di stagionatura di almeno un mese, la «polpetta» veniva tradizionalmente passata in farina di mais fino a creare uno stato protettivo. In tempi più recenti è stato aggiunto anche grasso di maiale per stemperare i forti sapori selvatici della ricetta originale.

Secondo il documento della Commissione Europea le zone che possono produrre Pitina con marchio IGP sono solo i comuni di Andreis, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto Casso, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto. La Pitina IGP avrà quindi anche uno speciale logo per renderla riconoscibile.


REDAZIONE
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