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Il tè contiene pesticidi? Purtroppo sì.

Il tè contiene pesticidi? Purtroppo sì.

Secondo recenti test diverse varietà di tè che abitualmente consumiamo contengono tracce di pesticidi e nemmeno le bustine dei marchi più noti si salvano.

Una recente analisi della rivista francese 60 Millions de Consommateurs si è concentrata sulla presenza di pesticidi nelle bustine di . L’analisi ha rivelato, purtroppo, dati inquietanti e ha cercato di fornire una “classifica” delle migliori varietà e dei più virtuosi marchi in circolazione. I livelli di tossicità appaiono, comunque, lontani, ma fare attenzione è d’obbligo.

tè pesticidi

Il tè contiene pesticidi?

Quando ci accingiamo a sorseggiare una tazza di tè, i pesticidi sono, probabilmente, il nostro ultimo pensiero, ma ora sappiamo che questo è un errore. A dimostrarlo ci ha pensato la rivista 60 Millions de Consommateurs, che ha testato in laboratorio 48 campioni di tè nero, tè verde e infusi. I più contaminati sono risultati i tè verdi. Delle 12 varietà alla menta esaminate, ben 5 hanno rivelato la presenza di sostanze teoricamente proibite. Il peggiore è risultato contenere ben 4 residui non autorizzati, oltre a vari insetticidi. Il tè nero si è dimostrato invece pericoloso per le tracce di glifosato, individuato in 11 campioni su 16. I prodotti biologici sono, invece, apparsi puliti e ciò fa ben sperare.

Perché il tè contiene pesticidi?

Il test francese ha rivelato che persino il tè contiene pesticidi, ma si è spinto anche oltre. Ha infatti certificato che, pe quanto siano state rivelate tracce di sostanze il cui uso è vietato, il limite di residui consentito non è mai stato superato. Altre impurità individuate, seppur in piccolissima quantità, sono risultate attribuibili a insetti frammentati, peli di roditori e plastica. Tutto ciò è dovuto al fatto che il tè non viene lavato in nessuna fase del processo di preparazione. La pianta ha poi bisogno di un clima caldo e umido, che favorisce, però, anche funghi e parassiti. Questi vengono, dunque, tenuti spesso sotto controllo con l’ausilio di sostanze chimiche, i cui resti non possono che finire nelle nostre tazze.

Una triste classifica

Dopo aver compreso che il tè contiene pesticidi fare ulteriori indagini appare quasi doveroso. La rivista francese ha, così, stilato un bilancio preciso per aiutare i consumatori a orientarsi. Tra le bustine di tè nero meno contaminate rientrano quelle di Terra Etica, Clipper, Kusmi Tea e Bio Village. Il primo tè non biologico in classifica è il Lipton Yellow Label, seguito da vicino dal Westminster di Aldi. Tra i peggiori figura, invece, il Twinings Original English Breakfast. Tra i tè verdi alla menta i prodotti più virtuosi provengono, ancora, da coltivazioni bio. Fra di essi rientra, per altro, il tè Carrefour. Il peggiore è, viceversa, Cotterley, di poco superato da Twinings, Lord Nelson di Lidl e Lipton.

Il pensiero che nel tè siano presenti tracce di pesticidi non può che turbare. Finché il numero dei residui rimane entro certi range preoccuparsi non è necessario, ma fare scelte consapevoli rimane fondamentale. Forse, però, la prossima volta che ci troveremo davanti al bollitore, il senso di completo relax in cui di solito ci culliamo potrebbe apparire un po’ scalfito.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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