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Il consumo di suolo rende le città italiane sempre più calde

Il consumo di suolo rende le città italiane sempre più calde

Le città italiane diventano sempre più calde e a rischio idrogeologico anche a causa del crescente consumo di suolo.

I termometri segnano temperature sempre più alte rispetto alla media stagionale. Questo fenomeno preoccupante non è solo una conseguenza dei cambiamenti climatici, ma è causato anche dal consumo di suolo. Stendere cemento eliminando le aree verdi e la protezione degli alberi rende le città più calde ed espone i cittadini ad un maggiore rischio idrogeologico.

Il consumo di suolo rende le città italiane sempre più calde
@envatoelements

Città più calde a causa del consumo di suolo

Le città diventano sempre più calde per via di un insieme di fattori. Tra questi, oltre ai cambiamenti climatici, rientra il consumo di suolo. La differenza di temperatura del suolo nelle città di pianura rispetto al resto del territorio non è indifferente. Secondo il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), si parla di 4°C d’estate, con massime di oltre 8°C a Milano e 6°C a Firenze.

Oltre ad avere città più calde, il consumo di suolo comporta anche altri aspetti negativi, tra cui un aumento del rischio idrogeologico. Infatti, sono oltre 900 gli ettari nelle aree a pericolosità idraulica media che in un solo anno sono diventati impermeabili perché sono stati coperti artificialmente. Sono diminuite anche le aree agricole (4.500 ettari in un anno).

Il consumo di suolo in Italia

Il consumo di suolo in Italia non si arresta e rende le città più calde e meno sicure dal punto di vista idrogeologico. I dati forniti dal rapporto “Il consumo di suolo in Italia 2023” a cura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) lasciano pochi dubbi. Nel 2022 il consumo di suolo è accelerato ed è arrivato alla velocità media di 2,4 metri quadrati al secondo.

In appena un anno, sono andati perduti altri 77 chilometri quadrati di suolo (il 10% in più rispetto al 2021). Fino al 2022 la copertura artificiale in Italia era di oltre 21.500 chilometri quadrati (circa il 7,14% del suolo italiano). La Pianura Padana, la costa adriatica e lungo la via Emilia sono i territori interessati maggiormente dal consumo di suolo.

Consumo di suolo: le principali fonti

Secondo il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, tra le principali cause del consumo di suolo rientrano la logistica e la grande distribuzione organizzata. Il fenomeno è stato registrato soprattutto nelle regioni italiane del Nord-Est (oltre 1.670 ettari) e del Nord-Ovest (1.540 ettari). Ci sono anche dei casi virtuosi: Genova, Reggio Calabria e Firenze risultano i capoluoghi delle città metropolitane con meno consumo di suolo.

Il consumo di suolo è incentivato dalla realizzazione delle grandi infrastrutture (circa l’8,4% del consumo totale). Per la realizzazione di piazzali, parcheggi ed aree pavimentate sono stati consumati 948 ettari (il 13,4%), mentre le aree estrattive hanno distrutto 385 ettari (il 5,4%) di suolo in un anno. Circa mille ettari di suolo agricolo sono stati utilizzati per la costruzione di edifici.

Città calde e consumo di suolo: un danno economico

I danni provocati all’ambiente si ripercuotono inevitabilmente anche sulle persone e sull’economia. SNPA riferisce che i costi legati al consumo di suolo tra il 2006 e il 2022 e alla conseguente perdita dei servizi ecosistemici ammontano a 9 miliardi di euro ogni anno. Un suolo di qualità è una risorsa importante che sostiene l’agricoltura e limita i rischi idrogeologici.


Emmanuele Occhipinti
Scopri di più
Una passione per la natura coltivata fin da piccolo mi ha condotto a studiare Scienze dell’Ambiente e della Natura ma, in seguito ad un sogno rivelatorio (se si vuole credere a questa versione), mi sono ritrovato con carta, penna ed un sogno nel cassetto.
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