Cementificazione: quali sono le conseguenze del consumo di suolo?

In Italia i dati sulla cementificazione sono da record negativo e le possibili conseguenze del consumo di suolo di dimostrano allarmanti. Mentre edifici e infrastrutture prendono il posto dei terreni incontaminati, infatti, il territorio diventa sempre più fragile. In pericolo ci sono, quindi, bellezze paesaggistiche, natura, produzione agricola, lotta al cambiamento climatico e vite umane.

1) Cementificazione e rischio idrogeologico
Aumentare la cementificazione di un territorio significa esporre a rischi la popolazione. La proliferazione degli edifici influisce, infatti, sulla capacità del suolo di assorbire acqua. Ciò inficia le possibilità delle regioni di reagire ai fenomeni meteo estremi che, in un tempo segnato dal cambiamento climatico, sono in continuo aumento. Le aree perse tra il 2012 e il 2022 in Italia a favore dell’urbanizzazione avrebbero garantito l’infiltrazione di 360 milioni di m3 di acqua. Il pericolo di frane, smottamenti, crolli e allagamenti si fanno, dunque, più consistenti.
2) Cementificazione e agricoltura
La cementificazione ha conseguenze devastanti anche sull’agricoltura. La perdita di permeabilità del terreno si ripercuote, infatti, anche sulla produttività del suolo stesso e quindi sulle colture. Nel nostro Paese le aree perse tra 2012 e 2022 avrebbero garantito la fornitura di 4.150.000 q di prodotti. L’impoverimento del suolo si ripercuote, per altro, sulla quantità di nutrienti contenuta nei vegetali. Tutto ciò ha un impatto devastante sull’alimentazione.
3) Cementificazione e riscaldamento globale
Un territorio dove l’edilizia si sviluppa in maniera incontrollata vede la propria temperatura salire. Il fenomeno noto come isola di calore urbano fa, dunque, sì che le città, dove gli edifici soffocano le aree verdi, siano in estate di diversi gradi più calde delle aree circostanti. Il consumo del suolo impedisce, poi, a quest’ultimo di immagazzinare carbonio. Ciò si traduce in milioni di tonnellate di CO2 extra che rimangono in atmosfera, contribuendo alla corsa del riscaldamento globale. A queste si aggiungono quelle direttamente collegate ai nuovi elementi artificiali collocati sul territorio.
4) Cementificazione, biodiversità e paesaggio
Le conseguenze della cementificazione colpiscono anche flora e fauna. Perdere ettari di suolo significa, infatti, esporre le specie autoctone, vegetali o animali che siano, alla frammentazione degli habitat. Molti esseri viventi vedono, quindi, il loro range d’azione restringersi e, in alcuni casi, finiscono per essere esposti al rischio di estinzione.
Ciò altera gli equilibri negli ecosistemi. Tali mutamenti possono influenzare anche il turismo, dato che spesso si assiste a veri e propri fenomeni di degrado paesaggistico.
Per arginare le conseguenze della cementificazione e mitigare i danni l’UE ha sviluppato dei piani concreti. L’obiettivo è azzerare il consumo di suolo entro il 2050, riducendo gli interventi di artificializzazione e aumentando quelli di ripristino. Dato che oggi in Italia perdiamo più di 2m2 di suolo al secondo, e tale valore non può essere collegato alle dinamiche demografiche, il traguardo appare ancora lontano.
