L’iceberg più grande del mondo si sta disgregando
Nemmeno l’iceberg più grande del mondo è abbastanza solido da resistere all’azione dell’uomo. A23a, un frammento dell’Antartide di dimensioni colossali, si sta disgregando a causa del riscaldamento globale in un processo più veloce del previsto. Il fenomeno appare ormai quasi ordinario e le conseguenze della dinamica si ripercuoteranno sull’intero pianeta anche se non saranno immediate.

Iceberg più grande del mondo: le dimensioni
A23a è rimasto l’iceberg più grande del mondo per ben 40 anni ma oggi le cose sono cambiate. Il colosso di ghiaccio si è staccato nel 1986 dalla piattaforma glaciale Filchner-Ronne, in Antartide, all'interno del Mare di Weddell. Fino al 2020 è poi rimasto incagliato su un basso fondale marino e ha ricominciato a spostarsi nel 2020.
Al massimo splendore il suo peso ammontava a 1.1 migliaia di miliardi di tonnellate e la sua estensione arrivava a 3.672 chilometri quadrati. Alcuni iceberg, nel 2017 e nel 2021, hanno superato le dimensioni di A23a ma si è trattato di fuochi di paglia dalla vita breve. Oggi la sua superficie si è ridotta a circa 1.700 km2 e A23a è diventato il secondo iceberg più grande del mondo.
Cos’è successo all’iceberg più grande al mondo?
L’iceberg più grande del mondo ha iniziato a disgregarsi a causa di diversi fattori. Quando nel 2020 A23a ha ricominciato a muoversi verso nord è finito intrappolato in un vortice nei pressi delle Isole Orcadi e lì è rimasto fino al 2024. Allora la Corrente Circumpolare Antartica lo ha trascinato verso la Georgia del Sud, dove a marzo 2025 si bloccato.
A maggio dello stesso anno ha ripreso a muoversi e l’azione combinata di acque più calde, onde e correnti lo hanno portato verso la progressiva disgregazione. Il blocco continua cioè a perdere frammenti e va verso un relativamente rapido scioglimento.
Scioglimento dell’iceberg più grande del mondo: conseguenze
La disgregazione dell’iceberg più grande del mondo comporta dei rischi non indifferenti. I frammenti di ghiaccio che si staccano dal corpo centrale vanno infatti alla deriva e possono causare problemi alla navigazione. Quando questi ultimi arrivano allo scioglimento poi si innescano almeno due fenomeni. In acqua, da una parte, vengono liberate grandi quantità di nutrienti e ciò altera gli equilibri all’interno degli ecosistemi.
A subire un’importante accelerazione è poi, dall’altro lato, l’innalzamento del livello dei mari. È bene specificare che la disgregazione degli iceberg rappresenta un fenomeno del tutto naturale. L’anomalia sta nel fatto che negli ultimi anni essa avviene molto più velocemente del normale a causa del riscaldamento globale.
Quello che è successo all’iceberg più grande del mondo dovrebbe far suonare un campanello d’allarme per l’intero pianeta. Oggi infatti si formano sempre più giganti di ghiaccio e ciò mette in pericolo anche la stabilità della calotta glaciale antartica. Quest’ultima riveste però un ruolo di rilievo nella regolazione della circolazione oceanica quindi il rischio è che si inneschi un circolo vizioso.






