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I vitigni resistenti saranno il futuro del vino biologico?

I vitigni resistenti saranno il futuro del vino biologico?

I vitigni resistenti, noti anche come Piwi, potrebbero essere il futuro del vino biologico grazie alla loro capacità di far fronte a infezioni e parassiti di vario tipo.

Parlare di vitigni resistenti, o Piwi da tedesco Pilzwiderstandsfähige Rebsorte, letteralmente «vitigni resistenti ai funghi», significa considerare varietà ottenute artificialmente in grado di sopportare, senza l’ausilio di pesticidi, diverse malattie e infestanti. Per questa ragione potrebbero porsi alla base del futuro del vino biologico.

L’origine dei vitigni resistenti

Il primo esempio di vitigni resistenti si ebbe con gli incroci tra la vite da vino e la vite americana. Le varietà originali vennero prodotte in Francia tra il 1880 e il 1935 con lo scopo di garantire alle piante la combinazione della resistenza della vite americana a malattie e infestanti con la qualità dei frutti delle specie vinifere. Il frutto di questo incontro, tuttavia, poteva essere coltivato solamente utilizzando un porta innesto, detto appunto «piede franco».

Esso comportava l’innesto della vite europea sulle radici di quella americana. Dagli anni ‘50 a oggi la situazione si è molto evoluta con incroci decisamente più raffinati contemplanti l’utilizzo di numerose varietà, anche asiatiche. Ciò ha dato vita a nuove generazioni di vitigni resistenti, o Piwi, capaci di far fronte a diverse infezioni e a diversi parassiti senza l’utilizzo di pesticidi e senza, tuttavia, perdere la capacità di produrre uva e vino di qualità. Tanto da essere ammesse alla produzione di «Vini di Qualità» dalla Comunità Europea.

Vitigni resistenti per il biologico di domani

Le caratteristiche proprie dei vitigni resistenti ne fanno delle varietà perfette per le produzioni biologiche. I vitigni tradizionali richiedono generalmente dai 6 ai ai 16 trattamenti fitosanitari l’anno, il che si traduce nell’utilizzo di grandi quantità di prodotti chimici. I vitigni resistenti consentono, invece, di non trattare quasi per niente le piante.

Questa caratteristica li rende particolarmente indicati anche per le coltivazioni in aree difficilmente accessibili, come nel caso della viticoltura eroica. I vitigni resistenti, Piwi, potrebbero fornire la giusta base di partenza per produrre il vino biologico, fornendo un prodotto di qualità derivato da piante che «naturalmente» risultino resistenti agli agenti esterni nocivi.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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