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Cucinare il pollo nel fango, ecco a voi il Beggar's Chicken

Cucinare il pollo nel fango, ecco a voi il Beggar's Chicken

Cucinare il pollo nel fango, il leggendario Beggar’s Chicken. Il segreto? Una lenta cottura tra foglie di loto in un guscio d’argilla, per un gusto inimitabile.

Una ricetta unica per cucinare il pollo nel fango, o più precisamente nell’argilla. Il Beggar’s Chicken ha un’origine leggendaria e la fama di essere uno delle più gustose ricette della variegata cucina cinese.

Il pollo del mendicante

Vi è un alone di mistero attorno all’origine di questa inusuale ricetta, ma tre sono gli elementi ricorrenti nella tradizione: un mendicante, un pollo e il fango. Sono diverse le versioni della storia che viene attribuita a questo particolare metodo di cottura, la prima racconta di un mendicante affamato che rubò un pollo e lo nascose sottoterra per celarlo agli occhi del derubato. Tornando nottetempo per gustare il frutto del suo furtarello dissotterrò il pollo e in assenza di strumenti lo mise cosparso di fango, così com’era, sul fuoco, ottenendo un risultato strabiliante, tanto da spingerlo ad aprire un ristorante in cui fosse la specialità.

Una seconda versione vede il mendicante rubare un pollo nientemeno che all’imperatore, per poi avvolgerlo nelle foglie di loto e cucinarlo in un guscio di argilla per evitare di emanare odori e attirare le guardie imperiali. Infine la terza che vuole l’imperatore in persona fermarsi a pranzare con un mendicante che, sempre in assenza di attrezzatura adeguata, cucinò un pollo nell’argilla. L’imperatore rimase tanto colpito dal risultato da voler inserire la ricetta nel menù di palazzo.

Le numerose versioni legate all’origine della ricetta ne lasciano intuire l’antichità, tuttavia ciò che è arrivato a noi non dovrebbe essere tanto diverso dall’originale. Innanzi tutto si lascia marinare un pollo per 7-8 ore in un composto di salsa di soia, vino Shaoxing da cucina, anice stellato e chiodi di garofano. Successivamente lo si farcisce con un ripieno a base di funghi spezie e, a volontà, altri tipi di carne. Si avvolge poi il tutto nelle foglie di loto e lo si racchiude in un guscio d’argilla facendolo cuocere per un paio d’ore. Il risultato lascerà senza parole per sapore, succosità e tenerezza della carne, che si separerà senza sforzo dalle ossa. Qualunque sia la sua origine ciò che è certo è che quello che è arrivata a noi sia un vero gioiello della gastronomia cinese.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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