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Cosa sono i bovoletti, piatto tradizionale della Festa del Redentore a Venezia

Cosa sono i bovoletti, piatto tradizionale della Festa del Redentore a Venezia

I bovoletti, in dialetto bovoeti, sono una specialità della cucina veneziana che non manca mai in menu per la Festa del Redentore

Chi non vive a Venezia o nel resto del Veneto potrebbe non aver mai sentito parlare dei bovoletti, piatto tipico della città lagunare. Conosciuti anche come bovoeti, parola usata nel dialetto locale, altro non sono che delle piccole lumache selvatiche usate per una ricetta che non può mancare nel menu per la Festa del Redentore, ricorrenza che ogni anno si celebra il terzo sabato di luglio a Venezia per ricordare la fine della devastante pestilenza che colpi la Serenissima nel biennio 1575-1576.

Cosa sono i bovoletti
Foto: dendoktoor @Pixabay

Bovoletti, cosa sono

Nel dettaglio, i bovoletti sono delle lumachine dotate di conchiglia che, di solito, vivono a terra oppure tra le sterpaglie a poca distanza dal mare, dai fossi e da altre zone umide, ma non in acqua. Si raccolgono nella metà più calda dell’anno, da aprile a ottobre in prossimità, specialmente nei pressi dei litorali, e si trovano attaccate ai rami degli arbusti e degli alberi, specie al mattino presto o dopo una pioggia.

Ma per preparare questo piatto tradizionale della cucina veneziana, non bisogna per forza diventare dei pazienti raccoglitori. I più pigri possono comodamente trovare i bovoletti nelle pescherie (per lo meno quelle di Venezia e dintorni), confezionati in sacchetti da un chilogrammo.

La ricetta per la Festa del Redentore

Un chilo di bovoetti è più che sufficiente per preparare il piatto tradizionale per la Festa del Redentore per cinque o sei persone: i "bovoeti agio e ogio", ovvero i bovoletti all’aglio e olio. La procedura più lunga per questa ricetta è la spurgatura delle chioccioline.

Per pulirle ed eliminare il terriccio residuo, la schiuma e alcune tossine che producono, è sufficiente lasciarle per almeno un paio d’ore in un recipiente con acqua e poco sale, coprendoli con un coperchio per non farle scappare. Poi, vanno sciacquate bene sotto acqua tiepida e aceto e immerse ancora un po' in acqua fredda.

Per la cottura, i bovoetti vanno versati in una pentola con acqua e fatti bollire, inizialmente su fuoco molto basso. In questo modo, le lumachine spunteranno fuori a dalla loro conchiglia. Solo a questo punto, aggiungere sale e alzare la fiamma. Trascorso qualche altro minuto, si possono scolare e, una volta raffreddate, procedere con il condimento: abbondante aglio tritato fino, prezzemolo fresco, pepe e olio extra vergine d'oliva. I bovoeti andranno lasciati marinare per almeno 2-3 ore, dando qualche mescolata in questo intervallo di tempo. Vanno mangiate fredde e spesso può essere utile l’uso di uno stuzzicadenti.

Un piatto tradizionale da scoprire

Quella dei “bovoeti agio e ogio” non è l’unica ricetta in cui vengono impiegate queste lumachine, ma la più tradizionale. Così come la Festa del Redentore non è l’unica occasione dell’anno in cui vengono consumate. In molte osterie venete, i bovoeti sono infatti spesso proposti anche come “cicchetto”, cioè come stuzzichino ad accompagnamento dell’aperitivo. Ma la ricorrenza estiva in Laguna è sicuramente l’occasione migliore per degustarli per la prima volta e vivere le sentitissima celebrazione da veri veneziani.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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