Coriandolo, proprietà e benefici

Il coriandolo è sia un ingrediente dal gusto unico sia un concentrato di proprietà. I frutti della pianta, chiamati impropriamente semi, e le sue foglie contengono, infatti, nutrienti in quantità. Utilizzare la spezia significa, dunque, portare importanti benefici all’organismo e la grande quantità di usi a cui essa si presta semplifica l’opera a chi vuole sfruttarla. Equilibrio rimane la parola d’ordine ma le controindicazioni a cui fare attenzione sono poche.

Coriandolo: i nutrienti dell’erba
Il coriandolo può vantare molte proprietà perché è estremamente ricco di nutrienti. I semi fanno da buona fonte di fibre, calcio, ferro, magnesio e fosforo. Tra le vitamine abbondano i precursori della vitamina A cioè i carotenoidi, la C, quelle del gruppo B e la K. Le fibre sono, poi, ben rappresentate.
Nelle foglie i nutrienti presenti sono gli stessi ma a cambiare sono le proporzioni. Vitamina C e minerali risultano più abbondanti, mentre le fibre appaiono meno presenti. Entrambi i prodotti aggiungono alla nostra dieta una quantità di calorie molto limitata e si dimostrano quindi potenzialmente amici della linea.
Coriandolo: dalle proprietà a benefici e controindicazioni
Le proprietà del coriandolo fanno sì che consumarlo comporti diversi importanti benefici. Semi e foglie esercitano un’importante azione digestiva e aiutano a eliminare i gas intestinali. In quantità adeguate può poi dimostrarsi un buon stimolante. Fa cioè da risorsa contro l’inappetenza e la fatica, mentre favorisce la concentrazione e le prestazioni cerebrali. Le proprietà antimicotiche e antibatteriche completano l’opera.
Gli antiossidanti proteggono anche l’organismo dai danni dei radicali liberi. Il coriandolo dovrebbe, comunque, essere consumato con moderazione da chi assume neurostimolanti. I prodotti che lo contengono sono, infatti, in grado di amplificare l’effetto di tali farmaci. In dosi eccessive il vegetale può poi causare problemi nervosi e renali.
Coriandolo: come si usa in cucina?
Sfruttare le proprietà del coriandolo non è complicato perché il vegetale si dimostra molto versatile. Semi e foglie hanno sapori molto diversi. I primi aggiungono ai piatti una nota fresca e aromatica, vagamente agrumata, mentre le seconde vantano un gusto più pungente e piccante, che per alcune persone si dimostra sgradevole.
I semi possono, comunque, essere utilizzati per insaporire zuppe, minestre, salumi o insaccati, carni, legumi e verdure. In alcune aree del mondo essi vengono usati anche all’interno di prodotti da forno, dolci e liquori. Essi sono anche fra gli ingredienti del curry. Nulla, inoltre, vieta di impiegare i semi in tisane o infusi digestivi. Le foglie, che hanno fruttato alla pianta il nome di prezzemolo cinese, sono molto usate in Oriente per arricchire salse, zuppe e marinature.
Anche se il coriandolo vanta varie proprietà alcune persone lo trovano tutt’altro che gradevole. A fare da primo ostacolo è l’odore che i frutti non maturi della pianta e le sue foglie assumono. Il nome coriandolo deriva dall’unione delle parole greche “koris” e “ander”. La prima significa “cimice”, mentre la seconda è un suffisso traducibile con “simile a”. Il termine offre, insomma, una descrizione puntuale delle note olfattive connesse all’erba.
