Che differenza c’è tra minestra, zuppa e vellutata?

Mentre il freddo torna protagonista della stagione i pasti a base di zuppa, minestra o vellutata riprendono a ingolosire e la curiosità su quale sia la differenza tra le tre pietanze si ripresenta. Gli ingredienti appaiono più o meno simili, ma origine, consistenza e sfumature della preparazione ci aiutano a distinguere. A volte, poi, a mischiare un po’ le carte, ci pensa la tradizione.

Minestra
Per capire la differenza tra minestra, zuppa e vellutata è utile partire dalle caratteristiche del primo piatto. Il suo nome deriva dal termine minestrare, che possiamo tradurre con l’odierno amministrare. Il senso dell’utilizzo del vocabolo è da ricercare nel fatto che a servire la pietanza a tavola, e cioè a minestrarla, fosse il capofamiglia. La minestra nasce, comunque, come piatto povero, a base di verdure di stagione, che assume una consistenza piuttosto liquida. A esse si aggiungono, poi, in genere dei cereali. In Lombardia e in Veneto è molto frequente trovare le minestre arricchite con il riso, mentre in Emilia Romagna pasta e cappelletti sono più popolari. Farro e orzo completano il quadro in altre regioni.
Zuppa
La differenza tra minestra, zuppa e vellutata appare evidente guardando alle peculiarità del secondo piatto. Il nome di questo deriva dal termine di origine gotica suppa. Esso indicava la fetta di pane che si era soliti porre nella ciotola, in cui sarebbe, poi, stato versato il brodo. La zuppa è, dunque, ancora una volta, una preparazione a base di verdure di stagione a cui, però, non vengono aggiunti dei cereali, ma del pane, tagliato a fette, o dei crostini di dimensioni più o meno importanti. Grazie a questa variazione la preparazione si presenta meno liquida della minestra. La Toscana ha fatto della zuppa di cavolo nero uno dei suoi cavalli di battaglia. In Sardegna a completare la preparazione troviamo l’immancabile aggiunta di formaggio, mentre in altre regioni d’Italia i legumi diventano i principi della ricetta.
Vellutata
Di fronte a una vellutata capire che tra questa, minestra e zuppa esiste una differenza è inevitabile. Il nome di tale piatto deriva, appunto, dalla consistenza peculiare che la preparazione assume. Per realizzare la ricetta è, infatti, necessario frullare diversi tipi di verdure, cotti precedentemente insieme. Il numero di vegetali differenti non supera in genere il tre. Per rendere il risultato finale ancora più denso e avvolgente, a completamento del piatto vengono, in genere, aggiunti come leganti latticini o tuorli d’uovo. Le accoppiate e triadi popolari per la realizzazione delle preparazioni sono ormai diverse. Porri, carote, patate, zucchine, cavolfiori, asparagi e zucca sono fra i principali protagonisti delle gustose ricette.
Ora che la stagione fredda si prepara a rendere più frizzanti le nostre giornate, capire la differenza tra minestra, zuppa e vellutata può aiutarci a fare le scelte migliori in cucina. Questi piatti sono ormai parte dei menu degli chef e, in molti casi, sono stati così arricchiti da diventare pasti completi. Gola e organismo non possono che trarne vantaggio.
