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Aragosta e waffle, quando il mare incontra il brunch

Aragosta e waffle, quando il mare incontra il brunch

Aragosta e waffle può sembrare un’accoppiata un po’ azzardata, ma non alla catena americana di ristoranti di pesce Red Lobster che ha proposto questa idea di brunch davvero rivoluzionaria.

Aragosta e waffle, questa la nuova specialità che si potrà gustare nei ristoranti della catena americana di cucina di pesce Red Lobster. Un connubio non esattamente usuale ma che potrebbe nascondere alcuni gustosi pregi inaspettati. Ecco di cosa si tratta.

Un brunch inaspettato

I ristoranti Red Lobster hanno presentato nei loro menù un piatto a base di aragosta e waffle, pensato per essere consumato per il brunch, con tanto di sciroppo d’acero. Per quanto in passato l’aragosta fosse un alimento per poveri e detenuti, utilizzato persino come fertilizzante, utilizzarla oggi in un brunch mette in luce una certa ambizione di esclusività, confermato anche dal prezzo che sommato a tasse e mancia obbligatoria si attesta attorno ai 30 $ (circa 25 €).

Venendo alla composizione, il piatto consiste, in realtà, in un waffle rivisitato con poggiata una coda d’aragosta, il tutto coperto da una generosa dose di sciroppo d’acero. Scendendo nei dettagli, il waffle è preparato utilizzando la stessa composizione dei famosi Cheddar Bay Biscuits: dei «biscotti» a base di formaggio cheddar la cui ricetta è esclusiva della catena. La coda d’aragosta, invece, viene fritta dopo essere passata nel latticello (un sottoprodotto della trasformazione della panna in burro, dal sapore acidulo e dalla consistenza cremosa). Il tutto, come anticipato, guarnito dallo sciroppo acero.

Il risultato risulta non propriamente dolce ma nemmeno spiccatamente salato, insomma, perfetto per un brunch all’americana. Per quanto inusuale ai nostri occhi, l’accoppiata, dal punto di vista di un americano, potrebbe essere considerata una rivisitazione «marina» di un grande classico del brunch statunitense: il fried chicken and waffle, ossia pollo fritto e waffle. L’unico neo della questione è la domanda che sorge spontanea: vale la pena utilizzare una prelibatezza come l’aragosta in questo modo? Qualcuno già ha già gridato allo scandalo, tirando in ballo perfino la parola «spreco».

Fonti: Eater - Food Envy - Red Lobster


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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