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Antartide: la vita dello chef solitario che cucina per gli scienziati

Antartide: la vita dello chef solitario che cucina per gli scienziati

Thomas Duconseille cucina per gli scienziati in Antartide e fare lo chef tra i ghiacci risulta tutt’altro che agevole

La stazione scientifica Princess Elisabeth Antarctica, in Antartide Orientale, è un luogo remoto, lontano dalle comodità e Thomas Duconseille fa lo chef proprio in questo sito. Il suo compito è quello di sfamare i ricercatori che si muovono intorno a una struttura tecnologicamente all’avanguardia, in condizioni difficili e uniche. Pianificazione e volontà diventano le parole chiave della mission e l’esperienza ha permesso al cuoco di migliorarsi costantemente.

chef Antartide
@envatoelements

Un luogo unico

L’Antartide per Thomas Duconseille è ormai diventata una seconda casa e l’uomo esercita la sua professione da chef in un luogo dalle caratteristiche peculiari. La stazione Princess Elisabeth Antarctica sorge sulle pendici della Utsteinen Nunatak, a un’altitudine di 1392 m. Qui le temperature raggiungono i -50 °C e le raffiche di vento soffiano a 249 km/h.

I ricercatori si recano in tale luogo durante i 4 mesi in cui il sole non scende mai al di sotto l’orizzonte e il sito fa da base per diverse spedizioni tra i ghiacci. La struttura è unica nel suo genere. Essa è, infatti, totalmente a impatto zero. Nove turbine eoliche sfruttano l’energia delle raffiche, mentre 408 pannelli solari permettono di approfittare al massimo di 100 giorni di luce ininterrotta. Città del Capo, la metropoli più vicina, dista 6 ore di aereo.

Lo chef solitario in Antartide

Thomas Duconseille, scegliendo di lavorare come chef nel luogo più remoto dell’Antartide, ha dovuto reinventare la propria professione. In tale contesto la parte più complicata riguarda i rifornimenti. Al momento della partenza vengono portati in loco alimenti surgelati di ogni genere, che fungono da base per le ricette.

Una volta al mese arrivano, però, anche i carichi di cibo fresco, soprattutto latte e vegetali, che lo chef si trova a dover sfruttare rapidamente. Duconseille afferma, dunque, che è richiesta una pianificazione rigida e una grande accuratezza nella stesura dell’inventario. Nella prima settimana dopo l’arrivo dei carichi le insalate diventano il piatto forte. Lo chef, alla sua settima stagione fra i ghiacci, ha però imparato a offrire proposte appetitose fino alla quarta settimana dai rifornimenti.

Cosa si mangia in Antartide?

Thomas Duconseille fa in modo che gli scienziati in Antartide abbiano costantemente a disposizione menu appetitosi e vari. Egli specifica che, dato che le condizioni climatiche in cui lavorano i ricercatori sono complicate, l’obiettivo è concepire piatti sostanziosi, che rinfranchino corpo e spirito. A colazione non mancano, dunque, le brioche al cioccolato, mentre per i pranzi e le cene zuppe, fondute e dessert dominano la scena. Il pane è autoprodotto e, per accontentare tutti, le opzioni vegetariane o vegane sono sempre presenti.

Nelle grandi occasioni non manca, nemmeno, il tacchino ripieno. Duconseille si occupa anche di fornire i pasti “al sacco” preparando piatti che possano essere facilmente divisi in singole porzioni e congelati. Intorno alla stazione ruotano dai 25 ai 50 ricercatori per stagione e lo chef ha dichiarato che la sua filosofia è quella di “cucinare a sentimento” in base al numero e alle esigenze degli ospiti.

Essere chef in Antartide non è semplice, ma la buona cucina riesce a ritagliarsi uno spazio importante anche tra i ghiacci. Duconseille ha spiegato che in un luogo così remoto la convivialità del cibo diventa ancora più importante. I pasti sono, poi, organizzati in modo che ciascuno faccia la propria parte, aiutando il cuoco, preparando o pulendo, in una brigata del tutto particolare.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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