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Allevamento di salmoni, si pesca di più per nutrirli che per sfamare l’uomo

Allevamento di salmoni, si pesca di più per nutrirli che per sfamare l’uomo

Un nuovo studio ha mostrato che l’allevamento di salmoni è altamente insostenibile e capirlo al più presto è per il futuro alimentare dell’umanità vitale.

In uno studio pubblicato in PLOS Sustainability and Transformation, alcuni scienziati hanno analizzato l’impronta ecologica dell’industria dell’allevamento di salmoni. I dati hanno mostrato che tale settore non può essere considerato sostenibile e che, anzi, ha sull’ecosistema un impatto devastante. La quantità di pesce utilizzata per nutrire i salmoni pesa anche sulle scorte alimentari dell’umanità e invertire la rotta è un dovere.

salmoni allevamento

Lo studio

A concentrarsi sull’impatto ambientale dell’allevamento di salmoni ci hanno pensato alcuni scienziati di diverse università britanniche. Tale settore è cresciuto del 270% dal 1998 e nel 2018 aveva un valore commerciale di 23 miliardi di dollari. Comprendere se la sostenibilità possa far parte di una simile impennata è una priorità. I ricercatori si sono basati sui dati relativi agli allevamenti di salmone scozzese risalenti al 2014. Hanno così cercato di tracciare un bilancio che tenesse conto della quantità di pesce utilizzata per sfamare i pregiati predatori e di quella di carne ottenuta. Hanno poi valutato quanto, in tale tipo di acquacoltura, il rapporto tra nutrienti assorbiti e nutrienti emessi possa essere considerato vantaggioso.

L’allevamento di salmoni è sostenibile?

Lo studio ha mostrato dati chiari: la sostenibilità non è parte integrante dell’allevamento di salmoni. Il 90% dell’impronta ecologica della filiera è attribuibile alla produzione di mangimi. Sardine, acciughe, sgombri e altri pesci “poveri” sono i primi a essere sacrificati. Nel 2014 in Scozia sono state impiegate 460.000 t di pesce per produrre 179.000 t di salmone. Il 76% del pescato utilizzato risultava, per altro, direttamente sfruttabile per l’alimentazione umana. Il bilancio tra input e output di nutrienti non è più lusinghiero. Il 72% delle proteine e più del 50% degli acidi grassi assorbiti vanno, infatti, persi, prima di arrivare all’uomo.

Allevamento di salmoni e futuro

Guardare al settore dell’allevamento di salmoni con consapevolezza è fondamentale. Se il pescato destinato alla produzione di mangimi fosse indirizzato verso l’umanità, nei mari avremmo 3.7 milioni di tonnellate di pesce in più. La produzione alimentare crescerebbe di circa 6 milioni di tonnellate. Orientarsi verso nuovi prodotti è dunque una priorità. Sardine e acciughe sono ricche di nutrienti e meno dannose per l’ambiente. Le cozze dovrebbero occupare un posto di rilievo nell’ambito dell’allevamento, vista la loro bassa impronta ecologica e la loro capacità di filtraggio. Approfondire la ricerca rimane, comunque, vitale. Mettere a punto mangimi alternativi con alghe o sostanze di scarto potrebbe, infatti, fare la differenza.

Ignorare l’impatto ambientale della filiera connessa all’allevamento di salmoni non è un’opzione. In un mondo in precario equilibrio, ogni consumatore ha il dovere di compiere scelte consapevoli. Portafoglio e ambiente ringrazieranno all’unisono. Ricordarsene anche di fronte a un invitante trancio di pesce potrebbe non essere semplice, ma la speranza è che la razionalità possa far concorrenza alla gola.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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