Pensare che l’agricoltura biologica sia vegana di per sé può essere considerata una svista: soprattutto per quanto riguarda la fertilizzazione dei campi, i metodi di coltivazione bio comprendono l’utilizzo di prodotti come il letame, ma anche sfarinati di sangue e ossa, prodotti dagli scarti dei macelli, e utilizzati per reintegrare minerali nella terra. C’è però chi, come i veganic farmer, vuole certificare la completa assenza di derivati animali nel proprio campo.
Le certificazioni dell’agricoltura biologica vegana
Negli Stati Uniti l’idea che frutta e verdura provenienti da agricoltura biologica possa sfruttare derivati animali, per di più frutto della violenza dei macelli, è poco diffusa. Sono in molti a credere che le coltivazioni bio siano vegan di per sé, ma non sempre è così, anzi, paradossalmente le tecniche convenzionali possono accedere a prodotti di sintesi o minerali, impiegando meno derivati animali.
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In Europa è stata creata una certificazione apposita chiamata Biocyclic Vegan Agriculture, che vuole raccogliere i produttori che vogliono utilizzare l’agricoltura biologica senza sfruttare alcun prodotto di origine animale. Negli Stati Uniti invece non esiste ancora un ente analogo, nonostante la domanda di prodotti vegetali che sia effettivamente vegani. Si calcola che attualmente i produttori, che si definiscono veganic farmer, siano appena una 50, impegnati a soddisfare sempre più clienti.
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