Acque oceaniche, così cambiano colore per lo scioglimento dei ghiacci

Presto parlare di colore cristallino dei mari potrebbe diventare complicato perché le acque oceaniche stanno cambiando aspetto a causa del riscaldamento globale. Lo scioglimento dei ghiacci fa, infatti, in modo che la luce solare venga riflessa in modo diverso e uno studio pubblicato in Nature Communications ha dimostrato che la questione riguarda ben più che l’apparenza. In pericolo ci sono gli equilibri di un ecosistema unico e un’intera catena alimentare.

Come sono le acque oceaniche?
Le acque oceaniche presto potrebbero essere molto diverse anche per chi le osserva di sfuggita. La colpa è ancora una volta del cambiamento climatico che, sciogliendo i ghiacci nelle regioni polari, rischia di alterare gli equilibri. Dove il bianco delle fredde distese domina i paesaggi, infatti, il 90% della luce solare viene riflessa.
Quelle poche radiazioni che raggiungono la profondità contengono però quasi tutte le lunghezze d’onda visibili. Le acque si comportano invece in modo differente. Esse assorbono il rosso e il verde e consentono solo al blu di penetrare. In un mondo in cui i ghiacci si fanno sempre meno presenti dunque il blu potrebbe diventare, almeno nelle regioni alle alte latitudini, la tonalità predominante.
Le nuove caratteristiche delle acque oceaniche
Il mutamento delle acque oceaniche è lo specchio delle alterazioni in atto all’interno di un sistema complesso. A creare problemi è anche la capacità che hanno le molecole di muoversi nei diversi stati della materia. Nell’acqua queste sono libere di vibrare. Si formano quindi delle bande di assorbimento specifiche per le singole lunghezze d’onda e in profondità si creano delle nicchie spettrali.
Gli organismi che hanno bisogno della luce per eseguire la fotosintesi si sono, quindi, evoluti per operare con le lunghezze d’onda disponibili. Tutto ciò non avviene dove troviamo il ghiaccio dato che all’interno di esso le molecole sono meno mobili. Quando le bianche distese si sciolgono, quindi, le alghe si trovano in un ambiente dominato dal blu in cui non riescono a esercitare efficacemente le proprie funzioni.
Cosa succederà alle acque degli oceani?
Il cambio di colore delle acque oceaniche deve fare da campanello d’allarme. Il fatto che alcuni organismi si trovino in difficoltà nell’eseguire la fotosintesi potrebbe avere conseguenze devastanti. Il fitoplancton è alle base delle catene trofiche dell’Artico e un cambio nella sua composizione rischia di mettere in crisi l’intero ecosistema.
Pesci, uccelli marini e mammiferi dell’area potrebbero vedere le proprie difficoltà già consistenti moltiplicarsi. La situazione pare, poi, in procinto di alimentare un circolo vizioso. Un declino nella quantità di alghe presenti negli oceani polari, o una riduzione nella loro capacità di eseguire la fotosintesi potrebbe inficiare le potenzialità di questi ambienti di sequestrare CO2.
Capire come stanno cambiando le acque oceaniche a causa del riscaldamento globale non è semplice ma appare fondamentale. Gli scienziati dell’Università di Amsterdam a capo del team che ha condotto lo studio sottolineano che tale variabile è spesso sottovalutata nei modelli climatici ma che ora è arrivato il momento di invertire la rotta. Risulta anche necessario comprendere se tutti gli organismi saranno in grado di adattarsi alle nuove condizioni.
