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5 cose che non sapete sulla polenta

5 cose che non sapete sulla polenta

La polenta è il tipico piatto invernale del nord Italia, per certi versi dell’intero Stivale. Ma ci sono alcune cose che pochi sanno di questa semplice ricetta: ecco 5 misteri cose di cui non siamo a conoscenza.

La polenta è un piatto semplice ma allo stesso tempo misterioso: scommettiamo che almeno uno di questi 5 fatti non lo avevate presente. Del resto quando si tratta di piatti largamente diffusi le interpretazioni possono essere infinite e gli ingredienti di base, anche se estremamente semplici, possono cambiare da una regione all’altra.

1. Mille consistenze diverse

Di polenta ne esistono decine di tipologie diverse, diffuse in altre regioni con varietà differenti perfino tra diversi comuni. Ma c’è una differenza di base anche partendo dallo stesso mais: la grana della farina. Tendenzialmente, e lo scriviamo perché le eccezioni sono dietro l’angolo, più ci si sposta verso sud più la polenta viene fatta con farine molto fini. A volte è così vellutata da sembrare una minestrina. In trentino invece il chicco di mais viene macinato intero, compreso di cariosside, motivo per cui la polenta avrà una consistenza decisamente più granulosa.

2. Non solo mais

Quando pensiamo alla polenta viene subito da pensare ad una bella pentola piena di un composto di un giallo vivo, acceso, pronto per essere versato caldo su un piatto o messo su un tagliere a raffreddare. Eppure in tutta Italia vengono preparate polente con tutt’altro. Vi abbiamo già raccontato di quella bianca tipica di alcune province venete, ma anche in Sardegna se ne prepara una con l’orzo, condita con brodo di manco e della menta. Sugli Appennini invece, visto la difficoltà nel reperire mais in passato, ci si è sempre arrangiati con le castagne.

3. Vuole anche il pesce

Lo sanno bene i vicentini e quelle province del veneto di cui parlavamo nel punto precedente, la polenta accompagna molto bene anche il pesce. Sia Venezia che Trieste conoscono bene le specialità della laguna e le seppie accompagnate dalla polenta bianca sono una vera e propria leccornia. Nel Friuli si mangia quella con il baccalà conosciuta come «cappuccina». E anche nelle marche e nell’abruzzo i tipici brodetti di pesce ogni tanto si vedono accompagnati non dalla solita pasta ma da piatti fumanti di polenta, provare per credere.

4. E tutti gli altri ingredienti

In realtà ci sono ben pochi ingredienti che non si prestino ad essere accompagnati dalla polenta. Nel caso di quella taragna c’è un trionfo di formaggi e burro, come raccontato in un articolo precedente, ma altre varietà vogliono per esempio grandi quantità di panna. In trentino compare una dadolata di salame fritto in padella a sormontarla, mentre nel varesotto - e in particolare a Busto Arsizio - si gusta con i bruscitt, una sorta di ragù di manzo saltato nel lardo con vino rosso e erbe aromatiche.

5. È anche un dessert

Come avrete capito ormai la polenta è un piatto estremamente versatile, ottimo da mangiare in tutte le salse. Ma lo avevate mai immaginato come dessert? A Vicenza la famosa polenta bianca viene condita con zucchero, frutta secca, mele e zucchero, assieme ad un pizzico di pangrattato. A Trieste invece ne esiste un’altra varietà con sciroppo di prugne e rum, decisamente molto apprezzata. In Lombardia alcuni nonni particolarmente prestanti sono ancora soliti fare colazione affondando nel latte un po’ della polenta avanzata il giorno prima, magari annaffiata con un goccio di vino rosso. Questa è da provare, fidatevi di noi.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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