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Virtù teramane, il piatto tradizionale abruzzese dell'1 maggio

Virtù teramane, il piatto tradizionale abruzzese dell'1 maggio

È una specie di minestrone con tante varietà di legumi che cuociono per giorni: ecco i segreti delle virtù teramane.

Non un semplice minestrone. Ma un vero e proprio rito che comincia con la cottura dei legumi qualche giorno prima del primo maggio. Quando sulle tavole e nei ristoranti di Teramo si mangiano per tradizione le Virtù teramane.

virtù teramane
@envatoelements

Virtù teramano: il piatto

Carlin Petrini, fondatore di Slowfood si è innamorato delle virtù teramane proprio perché incarna perfettamente la filosofia antispreco. In questo piatto vengono infatti usati tutti i legumi secchi non consumati durante l'inverno e rimasti in dispensa.

Questi vengono cotti separatamente giorni prima della festa dei lavoratori, poi mescolati con i legumi freschi di stagione come fave e piselli, erbe spontanee come borragine, finocchietto, salvia, tante varietà di verdure come asparagi e pezzi di carne meno nobili: parliamo di cotiche, piedi e orecchie di maiale, salsicce e simili.

I segreti del piatto e l'aggiunta della pasta

Il segreto del piatto – dicono le massaie abruzzesi – è quello di unire tutti gli ingredienti dopo la cottura dei legumi alla stessa temperatura. Altro accorgimento è quello di non riscaldare troppo la minestra una volta pronta e raffreddata perché si rischia di sfaldare i legumi.

Il tocco finale del piatto è poi l'aggiunta della pasta. Vengono usati diversi formati di pasta secca e anche quella fresca come tagliolini. Ogni tipo cuoce nei suoi tempi poi tutto viene mescolato alla fine in pentola con la minestra.

Virtù teramane: perché si chiama così

Pare che la tradizione delle virtù teramane sia molto antica. È legata infatti ai festeggiamenti del Calendimaggio, festa che celebra l'inizio della primavera ancora radicata nel mondo contadino.

Il nome fa riferimento alle sette virtù e della ricetta si troverebbe traccia dall'Antica Roma e nel Medioevo. Leggenda vuole che a inventare e servire il piatto siano state sette fanciulle belle virtù. Ognuna di esse aggiunse alla minestra una preparazione diversa, così spiega la mole cospicua di ingredienti.


REDAZIONE
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