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Vini: la differenza tra metodo classico e metodo Charmat

Vini: la differenza tra metodo classico e metodo Charmat

La spumantizzazione del vino può avvenire in botte o in bottiglia, da qui la differenza tra metodo classico e metodo Charmat

Il vino spumante è la bevanda eletta di brindisi e aperitivi. La danza delle bollicine dona un tocco di brio e vivacità ai festeggiamenti e un gusto unico al vino, altrimenti fermo. Ma come nascono le bollicine dello spumante? Per rispondere a questa domanda dobbiamo spiegare il complesso fenomeno della spumantizzazione e la differenza che passa tra metodo classico e metodo Charmat. Vediamolo meglio.

differenza metodo classico charmat
Foto: Paola Capelletto@Unsplash

Che cos’è la spumantizzazione del vino o presa di spuma

La complessa storia delle bollicine inizia con la seconda fase di fermentazione del vino, esclusiva dello spumante, non a caso detta anche spumantizzazione o presa di spuma.

La differenza tra metodo classico e metodo Charmat

In questa seconda fase si aggiungono alla bevanda ferma altri lieviti e una minima quantità di zuccheri che innescano una nuova fermentazione. Quest’aggiunta può avvenire in bottiglia o in botte (autoclave), scelta che determina la differenza tra metodo classico, o Champenoise, e metodo Charmat. In ambo i casi, comunque, essendo la fermentazione al chiuso, l’anidride carbonica non viene liberata e rimane intrappolata all’interno del vino sottoforma di bollicina.

Metodo classico o Champenoise

Il metodo classico di spumantizzazione è anche detto Champenoise poiché il procedimento brevettato in Italia è pressoché identico a quello utilizzato per la produzione dello Champagne francese. Ciò significa che, dopo l’imbottigliamento, ogni bottiglia viene mantenuta in posizione orizzontale per un lungo periodo e fino a maturità. Quando gli zuccheri in bottiglia si esauriscono la pressione aumenta, consentendo di ottenere l’ambito perlage, ovvero le bollicine. Solo allora si procede con il remuage, ovvero il riposizionamento verticale, che consente di eliminare le impurità formatesi sul collo della bottiglia (il collo viene congelato a -25°C e la bottiglia stappata, così che la pressione possa espellere il deposito congelato). Successivamente il vino perso viene rimboccato e la bottiglia definitivamente chiusa.

Il metodo classico consente di ottenere un vino molto complesso e dalle bollicine persistenti. È, rispetto alla Charmat, una tecnica più lunga e articolata, il che giustifica la differenza di prezzo tra le differenti bottiglie.

Cosa prevede il metodo Charmat o Martinotti

Il metodo Charmat è un brevetto francese conosciuto anche come metodo Martinotti, dal nome dell’italiano che inventò e perfezionò questa tecnica. Il metodo prevede la spumantizzazione del vino direttamente in botte. In realtà si tratta di grandi autoclavi d’acciaio a una pressione e a una temperatura controllata, e per un periodo determinato di sei mesi. Al termine della fermentazione, similmente con il metodo classico, si procede al refrigeramento per eliminare le impurità. Solo successivamente si ottiene l’imbottigliamento a pressione costante.

Il metodo Charmat è senza dubbio più rapido con il risultato di un vino meno strutturato, ma più fresco e giovane, dalle note più fruttate e aromatiche.


Elza Coculo
Elza Coculo
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Giornalista pubblicista, in continua formazione per attitudine, mi piace scrivere di tematiche ambientali, sostenibilità e innovazione. Attenta al presente, curiosa per il futuro, sono un’ottimista, convinta che l’unica cosa che ci renda migliori sia la volontà di migliorarsi.
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