L’umibudo, conosciuto come caviale verde, è una delle prelibatezze che arrivano dall’Oriente. Ma non aspettatevi alcuno storione dal colore particolare: il caviale verde giapponese è 100% di origine vegetale. Il suo nome in patria è traducibile come «uva di mare», altro nome con cui è noto il prodotto. Tutto deriva dalla sua forma, delle piccole sfere verdi che ricordano, appunto, il caviale oppure dei piccoli acini d’uva.
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Perché caviale verde e uva di mare?
Caviale verde, uva di mare, umibudo o comunque lo si scelga di chiamarlo, si tratta sempre della stessa specie di alga marina. Il nome scientifico è caulerpa lentillifer ed è una specie molto diffusa e apprezzata soprattutto sull’isola di Okinawa, nell’arcipelago a sud est del Giappone. Le piccole sfere verdi che contribuiscono al nome comune dell’alga sono in realtà le foglie della pianta.
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Queste foglie crescono su un lungo gambo sotto la superficie dell’acqua e sono commestibili. L’alga cresce in diverse parti del sud-est asiatico tra India e Giappone e molte culture l’hanno da secoli incorporata nelle loro cucine. Sono particolarmente diffuse oltre al Giappone, ad esempio, anche nelle Filippine e in Malesia.
Di cosa sa il caviale verde?
Come prevedibile il sapore dell’alga ha un retrogusto di mare. Quello che però la rende particolarmente apprezzata è la capacità di aggiungere «texture». Sotto i denti le sfere tendono a «scoppiare» dando così una piacevole e singolare consistenza ai piatti. In Giappone sono mangiate generalmente crude on con salsa di soia. In alcuni casi possono accompagnare il sashimi assieme col riso.
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La consistenza e il sapore singolare non sono l’unico motivo per provare il caviale verde. L’umibudo infatti possiede anche notevoli proprietà nutritive e contiene vitamine A e C e minerali come calcio, ferro e zinco. È anche una buona fonte di proteine e omega 3. Niente male come alternativa 100% vegetale al caviale tradizionale.
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