Ucraina, l’appello dello chef star: "Cucinate i nostri piatti per starci vicino"

Mentre la guerra in Ucraina sta distruggendo milioni di vite, anche un appello lanciato da uno chef diventa un segnale di pace e resistenza. A dimostrarlo ci ha pensato Ievgen Klopotenko, ex vincitore di MasterChef Ucraina, che, in un post su Instagram, ha invitato tutto il mondo a cucinare il bortsch. Oggi il cuoco ha trasformato il suo ristorante a Kiev in un rifugio e cucina per soldati e volontari.

Ievgen Klopotenko e il suo ristorante
A lanciare l’appello sui social con l’hashtag MakeBortschNotWar ci ha pensato Ievgen Klopotenko, figura di spicco della cucina ucraina. Questi è, infatti, l’unico chef del Paese a essere inserito nella lista “50 Next”, che raccoglie i nomi dei giovani talenti culinari del mondo. Klopotenko, con un diploma alla scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu di Parigi, lavora come cuoco da 12 anni e dopo aver vinto MasterChef Ucraina, 6 anni fa, ha aperto il suo ristorante stellato a Kiev. Oggi quel locale è diventato un rifugio per i civili che cercano riparo dalla furia delle bombe. Lo chef, insieme ai volontari, si impegna, poi, costantemente a cucinare per chi combatte in prima linea.
L’appello dello chef per l’Ucraina
Con il suo appello lo chef Klopotenko ha chiesto di sostenere l’Ucraina nel segno della pace. In un post su Instagram il cuoco ha infatti chiamato tutti a cucinare i piatti tipici della tradizione ucraina. Ciò può, secondo lui, favorire una conoscenza autentica e aiutare a comprendere le radici che animano chi è determinato a non perdere la propria identità nazionale. La cucina, come momento di condivisione, diventa, allora, invito a un incontro fra culture, in cui la violenza non trova spazio. La richiesta è di preparare in primis, il bortsch. Si tratta di una zuppa a base di rape rosse, insaporita con spezie e occasionalmente arricchita con carne. Tra le altre pietanze figurano, poi, tovchanka, un purè di patate con fagioli e semi di papavero, e Lviv cheesecake.
Cucina, cultura e scelte
L’appello per l’Ucraina dello chef Klopotenko rappresenta un messaggio forte. La cucina fa, in ogni realtà, da specchio dell’identità di un popolo. L’origine del bortsch è, per esempio, contesa da sempre e 3 anni fa la Russia l’aveva rivendicato ufficialmente come proprio. Nel 2021 l’Ucraina aveva chiesto all’Unesco di riconoscere la zuppa come parte del proprio patrimonio culturale ed è chiaro che oggi il bortsch diventa un simbolo. Klopotenko attribuisce a tale piatto una capacità magica di unire gli ucraini anche nella tragedia. L’invito è, dunque, quello di fare una scelta di sostegno pacifico in un momento in cui la libertà di decisione è a molti preclusa.
L’appello dello chef a sostenere l’Ucraina anche attraverso la cucina non può che smuovere le coscienze. Abbiamo visto un ristorante gourmet tramutarsi, in un attimo, in una cucina da campo in cui la priorità è servire pasti caldi a quante più persone possibile. In questo contesto, ricordarsi che assaggiare un piatto, o inserirlo in un menu, ha un significato, non è semplice, ma è ciò che fa la differenza.
