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Tortelli di Carnevale: qual è l'origine del dolce tipico lombardo?

Tortelli di Carnevale: qual è l'origine del dolce tipico lombardo?

I Tortelli di Carnevale sono un dolce tipico lombardo e l’origine di questo piatto è da ricercare in una tradizione molto antica

I Tortelli di Carnevale sono un dolce tipico della Lombardia, dall’origine molto antica. A fare da artefici del piatto sono stati, infatti, già Greci e Romani, ma la cultura cristiana ha aggiunto un tocco peculiare, collegando la leccornia alla tradizione meneghina. Preparare questi dolci non è complicato, ma richiede un po’ di tempo e cura dei dettagli.

Tortelli di Carnevale origine
Foto: PublicDomainPictures @Pixabay

Cosa sono i Tortelli di Carnevale?

Per comprendere qual è l’origine dei Tortelli di Carnevale bisogna comprendere di che tipo di alimento si tratta. Tali dolci sono parte della tradizione lombarda e veneta, e occupano un ruolo di rilievo specialmente nella zona di Milano, dove vengono preparati anche in occasione di San Giuseppe. Le leccornie si presentano come delle piccole palline tonde di pasta fritta, passata nello zucchero semolato e ricordano le frittelle. L’impasto è simile a quello dei bignè. Le dimensioni sono quelle di una noce e nella versione originale i tortelli sono vuoti all’interno. Con il tempo l’aggiunta del ripieno è diventata, però, una costante e oggi cioccolato, marmellata, Nutella e crema al pistacchio stanno diventando ingredienti immancabili. A Milano tali alimenti sono noti anche con il nome di Farsoè, mentre altrove vengono chiamati Castagnole.

Qual è l’origine dei Tortelli di Carnevale?

Per trovare l’origine dei Tortelli di Carnevale è necessario muoversi a ritroso sulla linea del tempo di millenni. La festa affonda, infatti, le sue radici nei Baccanali greci e poi nei Saturnali. Durante queste feste l’ordine nell’Antica Roma veniva sovvertito e schiavi e padroni banchettavano insieme. In un’atmosfera di totale goliardia il popolo si riversava nelle strade e occorrevano pietanze economiche e di veloce preparazione per poter sfamare tutti. Si offrivano, allora, i frictilia, realizzati con un impasto a base di uova e farina, fritto nello strutto e poi tuffato nel miele. Nella cultura cristiana il Carnevale è, poi, legato ai festeggiamenti del periodo immediatamente antecedente alla Quaresima e a Milano i tortelli sono diventati parte integrante del rito ambrosiano.

Come si preparano i tortelli?

Guardare all’origine dei Tortelli di Carnevale significa comprendere che nel corso del tempo le modalità di preparazione sono cambiate. Oggi gli ingredienti sono latte, burro, farina, zucchero, uova, lievito, sale, vanillina, limone, liquore e olio di semi per friggere. Si inizia unendo in una pentola latte, burro, scorza di limone grattugiata, vanillina, liquore e un pizzico di sale.

Quando viene raggiunto il bollore si toglie il tegame dal fuoco e si uniscono farina setacciata e lievito. Dopo un’ulteriore cottura di 2-3 minuti, l’impasto viene lasciato a intiepidire e si procede, poi, incorporando un uovo alla volta. Quando il composto si presenta liscio e fluido bisogna lasciarlo riposare per almeno un’ora. Si arriva, così, al momento della frittura in abbondante olio di semi. I tortelli ancora caldi vanno, infine, passati nello zucchero.

Nonostante l’antica origine i Tortelli di Carnevale sono dolci ancora oggi molto popolari. Le pasticcerie del Nord Italia fanno di queste leccornie un cavallo di battaglia e le versioni casalinghe non mancano. Attenzione alla temperatura dell’olio, che deve essere ben caldo, e all’aggiunta del liquore, che mitiga il sapore di uovo, restano particolari da non trascurare.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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