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Siccità: le piscine dei ricchi aggravano la crisi idrica, dice uno studio

Siccità: le piscine dei ricchi aggravano la crisi idrica, dice uno studio

L’acqua è sempre più un bene prezioso ma ad aggravare la crisi idrica in tempi di siccità sarebbe il suo abuso da parte dei ricchi

L’acqua sarà una risorsa sempre più rara e preziosa. Secondo un rapporto della Commissione Globale sull'Economia dell'Acqua, il pianeta si troverà presto di fronte a una crisi idrica di proporzioni globali, con la domanda di acqua che supererà la disponibilità del 40% entro il 2030. Almeno un miliardo di persone sulla Terra si troveranno presto a fare i conti con una crisi idrica senza precedenti. Ad aggravare la situazione, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Sustainability, sarebbero le abitudini sconsiderate di una parte della popolazione che comprenderebbe i cittadini più ricchi e che utilizzerebbe l’acqua per piscine, giardini e lavaggi auto contribuendo ad aggravare una situazione già precaria per colpa della siccità.

siccita ricchi
@envatoelements

Perché alcune abitudini dei ricchi aggravano la siccità?

Piscine colme, giardini irrigati e auto ben pulite dei più ricchi sarebbero alla base della crisi idrica e dei problemi di siccità nelle grandi città, tanto quanto l'emergenza climatica e la crescita demografica. È la posizione di alcuni ricercatori che hanno preso in considerazione il caso di Città del Capo, la capitale del Sud Africa durante la crisi dell’acqua che ha colpito la città nel 2018.

Secondo i dati, il 14% dei cittadini più ricchi della città sarebbe stato responsabile di più di metà dei consumi, il 51%. Al contrario, il gruppo dei cittadini più poveri di Città del Capo, circa il 62% della popolazione, avrebbe utilizzato solo il 27% delle risorse idriche. La maggior parte dell’acqua utilizzata dai ricchi non era destinata a bisogni di base. L’utilizzo di pozzi privati da parte sempre dei più benestanti avrebbe aggravato ulteriormente la situazione contribuendo ad esaurire le risorse.

Crisi idrica nelle metropoli: una situazione diffusa

L’esempio di Città del Capo non sarebbe il solo, sostengono i ricercatori. In situazioni simili, dove a pesare sulle limitate risorse idriche e sulla siccità peserebbero le cattive abitudini dei ricchi, sarebbero anche altre metropoli e città del mondo, almeno 80 tra cui Miami, Melbourne, Londra, Barcellona, San Paolo, Pechino, Bengaluru e Harare che negli ultimi due decenni hanno riscontrato gravi crisi idriche, così come riportato dal quotidiano britannico Guardian.

Per i ricercatori la sostanziale differenza delle modalità di consumo di acqua tra ricchi e poveri sarebbe stata in larga parte trascurata dalle autorità impegnate a trovare soluzioni alla siccità e alla carenza idrica. Le soluzioni fino ad oggi infatti hanno tentato da una parte di aumentare l’offerta e dall’altra di aumentare i prezzi. Soluzioni che non andrebbero a colpire il problema alla base ma, al contrario, rischierebbero di aumentare ulteriormente divario tra ricchi e poveri.

La soluzione contro la siccità?

Secondo gli autori dello studio, l'unico modo per proteggere le risorse idriche in periodi di siccità sarebbe redistribuire l'acqua in modo più equo: disincentivando l’utilizzo sconsiderato per motivi non di base e garantendo invece l’accesso all’acqua per quelle fasce più disagiate della popolazione. Clima e sovrappopolamento sono tra le principali cause dell’attuale carenza idrica mondiale ma, se vogliamo risolvere il problema dell’acqua in futuro, affrontare il problema della diseguaglianza sociale è altrettanto importante quanto affrontare il problema della crisi climatica.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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