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Scienziati volontari: così è cambiata la ricerca in pandemia

Scienziati volontari: così è cambiata la ricerca in pandemia

Il virus ha portato molti ricercatori a interrompere i loro lavori sul campo. A farne le veci negli Stati Uniti sono stati gli scienziati volontari.

La pandemia ha costretto molti studiosi a interrompere la ricerca sul campo. A raccogliere i dati, allora, ci hanno pensato i comuni cittadini. Questi gruppi di scienziati volontari esistono da tempo ma i numeri di questo periodo sono impressionanti. Nella comunità scientifica non mancano le perplessità ma il loro contributo si è rivelato determinante.

Scienziati volontari

Il boom:

Esistono molti siti all’interno dei quali i comuni cittadini raccolgono i risultati delle loro osservazioni della natura che li circonda. Nel periodo tra marzo e maggio negli Stati Uniti questi siti web di “Citizen science” hanno registrato un incremento negli accesi e nei dati caricati. NestWatch, un sito che incoraggia i cittadini a documentare i segni di nidi di uccelli, ha visto un incremento nei report del 41% rispetto al 2019. Darlene Cavalier fondatore del sito SciStarter, che incoraggia la connessione tra scienziati volontari e progetti di ricerca, si aspetta un incremento di oltre 100 000 utenti entro la fine dell’anno. Solo nel mese di aprile il suo portale è cresciuto del 480%.

Una presenza costante:

Secondo gli stereotipi la ricerca si svolge solo a livello accademico” afferma Caren Cooper, professoressa associata alla North Carolina State University. In realtà si tratta di un concetto sbagliato sia a livello storico, che attuale. Nei libri sull’argomento la docente spiega che già nel 1800 i marinai che mappavano correnti e venti possono essere considerati scienziati volontari di grande utilità. Durante la pandemia a questi gruppi organizzati si sono uniti molti che della natura sapevano ben poco. Waggener, fondatore del trentennale Occoquan Bay Meadowoods Surveys, ha affermato che la pandemia, nonostante le difficoltà del social distancing, per molti ha costituito la prima vera occasione di osservare l’ambiente.

Contributi e perplessità:

Il lavoro degli scienziati volontari risulta ben organizzato e ha permesso di raggiungere traguardi importanti. Grazie a esso in Virginia esistono report molto dettagliati su insetti che vengono spesso trascurati dalle ricerche canoniche. I dati raccolti dagli scienziati volontari possono essere combinati con quelli degli studi per trarre conclusioni sull’interazione tra natura e uomo. Nella comunità scientifica l’accuratezza dei dati viene messa in dubbio. Sebbene uno studio del 2014 abbia dimostrato che gli errori ci sono, e aumentano con l’età dei volontari, il loro peso non è ritenuto rilevante.

Molti dei nuovi scienziati volontari certamente dimenticheranno quest’attività con il ritorno alla vita normale. Non possiamo che augurarci che non siano troppi. I dati avranno sempre bisogno di essere interpretati e per questo nessuno potrà sostituire i veri studiosi. La partecipazione alla raccolta delle informazioni, però, sembra essere un diritto per chiunque abbia voglia di mettersi in gioco in modo serio.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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