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Scarti di vino e formaggio come benzina, l’auto del Principe Carlo funziona così

Scarti di vino e formaggio come benzina, l’auto del Principe Carlo funziona così

L’erede al trono di Elisabetta II, noto ambientalista, ha riconvertito la sua Aston Martin d’epoca in modo originale per ridurre le sue emissioni

Avete presente l’espressione “a tutta birra”. Ecco, nel caso del Principe Carlo optare per la versione “a tutto vino (e formaggio). Il motivo? L’erede al trono di Buckingham Palace ha da poco rivelato che la sua auto è alimentata con un particolare biocarburante derivante proprio dagli scarti dei due prodotti. Non si tratta della prima iniziativa di Principe Carlo per la tutela dell’ambiente, battaglia che lo vede protagonista da tempo. Di certo è una delle più curiose.

Scarti di vino e formaggio come benzina, l’auto del Principe Carlo funziona così

Le caratteristiche dell’auto

Il Principe Carlo ha parlato per la prima volta di questa macchina pochi giorni prima della Cop26 di Glasgow. Si tratta della sua elegante Aston Martin, iconico marchio britannico del settore automobilistico. Un’auto d’epoca, che appartiene al reale da cinquant’anni. Nello specifico, ha spiegato che la vettura viene alimentata con “eccedenze di vino bianco inglese e con siero del latte derivante dal processo di produzione del formaggio”.

È quasi inutile precisarlo, ma si tratta di un modello unico nel suo genere in quanto l’alimentazione dell’auto è stata convertita appositamente per il Principe allo scopo di abbassare le emissioni inquinanti rilasciate. Nel dettaglio, il carburante che permette al mezzo di viaggiare è composto da un 85 percento di bioetanolo prodotto con gli scarti degli alimenti citati e da un 15 percento di benzina senza piombo di tipo E85.

Le reazioni

I sudditi e l’opinione pubblica più in generale hanno accolto la rivelazione con messaggi di approvazione, ma anche con molte battute spiritose. Non sono mancate però le critiche. Greg Archer, direttore per il Regno Unito di T&E, la Federazione europea per i trasporti e l’ambiente ha definito “pittoresca” l’iniziativa del Principe Carlo parlando con il quotidiano The Guardian, specificando che “non dovrebbe essere presa come una soluzione seria per decarbonizzare i veicoli”.

In qualche modo, tuttavia, l’erede al trono può essere considerato una persona al passo coi tempi. “Il Regno Unito ha delle politiche che stanno spingendo in modo abbastanza aggressivo l’uso di diverse tecnologie, non proprio formaggio e vino, ma altri elementi. Anche se gli scarti del cibo possono arrivare e arriveranno molto lontano”, ha dichiarato Chris Malins, consulente per le politiche sui carburanti alternativi e la sostenibilità, parlando sempre al Guardian.

Carlo, dai motori alla moda

Anche se in modi eccentrici o semplicemente fuori portata per la gente comune, il Principe Carlo continua a essere un esempio in materia di difesa dell’ambiente. Da anni è attivo con le iniziative della sua fondazione (The Prince’s Foundation), attraverso la quale ha lanciato la sua linea di abiti sostenibili creati con lana, cashmere e seta biologici forniti da produttori locali inglesi. L’erede al trono è attento anche a quello che mangia. Per abbassare la sua impronta carbonica e non impattare sul clima ha dichiarato di non mangiare carne e pesce due giorni a settimana e di non consumare prodotti caseari un giorno a settimana. “Se più persone facessero così, la pressione sul clima si ridurrebbe di molto”, ha fatto presente.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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