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Salvare gli oceani: possibilità e speranze non mancano

Salvare gli oceani: possibilità e speranze non mancano

La situazione è critica, ma salvare gli oceani è ancora possibile. Gli ecosistemi a rischio sono molti, ma ognuno può fare la sua parte.

Gli oceani sono fra gli ambienti più ricchi del nostro pianeta, ma lo stato di diversi ecosistemi desta notevoli preoccupazioni. Inquinamento, plastica e cambiamento climatico costituiscono le minacce più pressanti, ma i margini di miglioramento non mancano. Salvare gli oceani è tanto possibile quanto necessario e, per il futuro, saranno determinanti sia i singoli, sia le autorità.

Salvare gli oceani

Le minacce:

Salvare gli oceani appare una corsa contro il tempo. Questi ricoprono il 70% della superficie terrestre e sono la dimora di moltissime specie vegetali e animali. Essi assorbono il 25% della CO2 prodotta dall’uomo, rivestendo un ruolo fondamentale nel contesto del cambiamento climatico. 3 miliardi di persone nel mondo li considerano la primaria fonte di sussistenza, ma l’uomo ne ha alterato gli equilibri. Riscaldamento globale e inquinamento rendono l’acqua più acida e inospitale ed ecosistemi come quelli di barriere coralline e mangrovie sono allo stremo. A minacciare gli ambienti e molte specie animali è poi la plastica. Ogni anno ne vengono infatti riversate negli oceani 8 milioni di tonnellate.

I singoli:

Salvare gli oceani dovrebbe rappresentare una priorità per i singoli. È fondamentale, in primis, ridurre la propria produzione di plastica. Evitare gli oggetti monouso è solo il primo passo, ma è in grado di fare la differenza. Cercare di limitare la propria impronta di CO2 è, poi, altrettanto importante. Utilizzare mezzi pubblici, ricorrere al riscaldamento in modo ponderato o spegnere le luci quando possibile sono comportamenti banali, ma influenti. Ognuno può, inoltre, fare attenzione ai prodotti utilizzati o ai cibi consumati. Le informazioni sulla sostenibilità dei diversi prodotti sono ormai reperibili ed evitare, per esempio, i pesci catturati con metodi invasivi è un dovere.

Le autorità:

Per salvare gli oceani saranno necessari anche interventi governativi. Secondo le stime di uno studio di Nature, infatti, gli investimenti richiesti ammonterebbero ad almeno 10 miliardi di dollari annui. Il mezzo principale è rappresentato dalle Aree Marine Protette. Lo scopo è proteggere il 30% degli oceani entro il 2030, ma, per quanto la situazione sia in miglioramento, siamo a malapena arrivati al 7%. La partecipazione dei cittadini è ancora determinante per indurre i governi a rispettare gli obiettivi. Secondo il fotografo subacqueo David Doubilet un grande ruolo spetta poi all’informazione. Tenere viva la speranza permette di mantenere la giusta prospettiva e, per farlo, insistere sia sui disastri, sia sui lati positivi è cruciale.

Salvare gli oceani è ancora possibile ma il tempo scarseggia. Le immagini di barriere coralline tornate in salute o di acque piene di vita sono per fortuna ancora parte integrante della nostra realtà. Questi straordinari ambienti hanno, insomma, mostrato una grande capacità di resilienza. Perché il termine “abissi” non diventi ancora più terrificante, evitare di spingerli oltre il punto di non ritorno non può che essere conveniente.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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