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Plastica: borse e imballaggi gli oggetti che uccidono più animali marini

Plastica: borse e imballaggi gli oggetti che uccidono più animali marini

I rifiuti di plastica hanno ucciso animali di 80 differenti specie. Delfini, balene, tartarughe e uccelli marini sono quelli più colpiti dal problema

La plastica è nociva per mari, oceani e le specie che li abitano. Ma tra tutti gli oggetti costituiti da questo materiale, le borsette e gli imballaggi sono i peggiori in assoluto. A stabilirlo è un lavoro di revisione di centinaia di articoli scientifici da parte del CSIRO, l’agenzia scientifica del governo australiano. L’obiettivo era quello di capire quali animali fossero maggiormente minacciati dai diversi detriti dispersi nell’acqua, con particolare attenzione alla plastica.

Imballaggi plastica animali marini

La minaccia della plastica flessibile

Una missione tutt’altro che semplice. La ricerca ha esaminato le morti di 1.328 animali, ma il rifiuto che ne ha causato il decesso è stato identificato solo in 159 casi. Un problema legato alle circostanze, ha spiegato la coordinatrice Lauren Roman: per avere maggiori certezze la carcassa di un animale dovrebbe essere esaminata a breve distanza dalla morte, ma questo accade raramente; la maggior parte degli animali deceduti non vengono mai trovati dall’uomo.

Ciò nonostante sono state registrate comunque informazioni importanti, interessanti e preoccupanti allo stesso tempo. Il materiale risultato più letale è stata la gomma, anche se gli studi revisionati non sono stati in grado di identificare con certezza la fonte di provenienza. L’osservata speciale era però la plastica. E, tra tutte le sue varianti, quella flessibile, tipica di sacchetti e imballaggi, è stata catalogata come la più pericolosa e diffusa nei mari e negli oceani.

La plastica flessibile può frammentarsi e fermarsi in diversi punti degli apparati digestivi degli animali – ha spiegato al The Guardian la dottoressa Roman -. Ha un galleggiamento neutro e quindi la si può trovare ad ogni profondità della colonna d’acqua invadendo i punti in cui gli animali si cibano”.

La letalità dei rifiuti

Secondo la ricerca, la plastica è stata responsabile dell’uccisione di animali appartenenti a 80 differenti specie. Fili e reti da pesca buttate, guanti di lattice e palloni sono i rifiuti che uccidono in modo sproporzionato rispetto ad altri detriti che gli animali ingeriscono accidentalmente. Nel dettaglio, balene, delfini e tartarughe rischiano la morte soprattutto mangiando le pellicole di plastica, mentre gli uccelli marini ingoiando pezzi di plastica dura e di palloni. Fili e reti da pesca dell’industria ittica minacciano invece foche e leoni marini.

Solo lo scorso settembre, il giornale Science ha stimato che nel 2016 sono finite nei fiumi e negli oceani tra le 19 e le 23 tonnellate di plastica. Lo stesso organo scientifico del governo australiano ha recentemente scoperto che sui fondali marini si nascondono quasi 15.5 milioni di microplastiche. Ma la dottoressa Roman invita a non confondere la quantità dei rifiuti con la loro letalità: “Ad esempio, le microfibre probabilmente non uccidono una balena”.

Animali-plastica: un contatto da ridurre

Lo studio ha rivelato quindi per la prima volta quali rifiuti mangiano gli animali e quanto sono letali. I risultati offrono informazioni rilevanti per elaborare politiche ambientali più incisive sulla questione plastica e ridurre così le interazioni tra gli animali e questi detriti. Con i dati, la ricerca fornisce alle istituzioni consigli specifici per rafforzare “la regolamentazione, divieto e sostituzione di oggetti a cui è associato un elevato tasso di mortalità come le borse, il packaging, i fogli di plastica, i fili e le reti da pesca e i palloni”.


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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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