Quali legumi si mangiavano nell'antichità e nell’Alto Medioevo?

Gli studi archeologici attestano che fin dalla Preistoria nel Vicino Oriente, in Europa e in America centrale si consumavano le forme selvatiche dei legumi: fagioli, lenticchie e ceci. Furono poi coltivati da tutte le popolazioni dell’antichità e delle epoche successive per il loro contenuto proteico. Era questo aspetto, unito al basso costo e alla lunga conservazione, a renderli essenziali nella dieta dei ceti umili della società, che non potevano permettersi la carne. Erano perciò definiti “la carne dei poveri”. Ma quali legumi si mangiavano nell'antichità e nell’Alto Medioevo?

I legumi nel mondo antico
Proprio per la loro importanza, in Mesopotamia i legumi – soprattutto ceci, lenticchie e fagioli – erano coltivati, oltre che negli orti privati, anche in vaste terre pubbliche. Gli Egizi mangiavano fin dall’antichità una discreta varietà di legumi: lupini, ceci, fave e lenticchie (di queste ultime erano grandi esportatori), e più tardi anche piselli. Le lenticchie erano apprezzate anche dai Fenici, mentre gli antichi Cinesi coltivavano le soia per poi consumarla in diversi modi: sotto forma di germogli, di farina, di olio, di latte, di formaggio e di salsa. Nella valle dell’Indo invece si mangiava una specie di pisello selvatico e nella civiltà dei Maya i fagioli.
I legumi nel mondo classico
Anche per i Greci i legumi avevano grande rilevanza, come testimonia la credenza secondo la quale fu il dio Poseidone a donare loro le zuppe di lenticchie e di ceci. Fave, lenticchie, veccia (oggi usata come foraggio o mangime per animali) e diversi tipi di ceci erano i legumi più diffusi, citati pure in un testo di Ippocrate. Per i Romani i legumi facevano parte dei fruges, i prodotti della terra: ceci, lenticchie, piselli, fave, lupini e fagioli erano quelli maggiormente coltivati e accompagnavano la focaccia di cereali nel pasto dei lavoratori, il prandium.
I legumi nell’Alto Medioevo
Anche nell’Europa altomedievale i ceti bassi della popolazione consumavano i legumi, in particolare fave e fagioli, poi ceci, cicerchie e piselli. Spesso venivano macinati per ricavarne delle polente oppure servivano alla preparazione di minestre e zuppe. La carne, però, per gli Europei di quel tempo era già l’alimento principale, anche se solo i nobili guerrieri e l’alto clero potevano permettersene fresca con regolarità.
L’importanza dei legumi sotto l’aspetto alimentare e ambientale non è mai venuta meno, come testimonia la proclamazione, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del 2016 come Anno internazionale dei legumi e, a partire dal 2018, del 10 febbraio come Giornata mondiale dei legumi.