Qual è la differenza tra pici e bigoli?

Spesso i termini pici e bigoli vengono considerati sinonimi, ma la realtà è che tra i due tipi di pasta esiste una significativa differenza. I due alimenti sono, in primis, realizzati con procedimenti peculiari e sono protagonisti di tradizioni culinarie diverse. Un’analisi di aspetto, storia e condimenti più adatti può allora aiutarci a non fare confusione.

I pici
I pici sono un tipo di pasta lunga, di forma cilindrica, che potrebbero essere definiti come degli “spaghettoni”. La loro origine è connessa alla Toscana ed è antichissima. Essi sembrano comparire per la prima volta in un affresco etrusco ritrovato a Tarquinia, presso la celebre Tomba dei Leopardi. Riguardo al nome esistono, però, diverse versioni. Alcuni lo vedono, infatti, come un riferimento a Marco Gavio Apicio, gastronomo romano vissuto a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Altri lo collegano al verbo “appiciare” che indicherebbe l’azione di lavorare la pasta con la mano per darle forma. I pici venivano in origine realizzati con un semplice impasto di farina, acqua, sale e pochissimo olio. Oggi sono ancora rigorosamente fatti a mano, ma molti aggiungono le uova.
I bigoli
Guardando alle caratteristiche dei bigoli la differenza tra questi e i pici appare netta. Tale tipo di pasta lunga è originario del Veneto e si presenta come particolarmente ruvido e poroso. L’invenzione risale al 1600 e la si deve al pastaio Bartolomio Veronese, detto Abbondanza. Egli brevettò uno speciale torchio in legno, poi detto, appunto, Torchio Bigolaro. Il nome bigoli deriva, poi, dal termine “bigat” che in dialetto veneto significa “bruco”. Questa pasta veniva in origine realizzata con un misto di farina di grano tenero e di grano duro. Oggi esistono diverse varianti della ricetta originale, che prevedono l’aggiunta di uova o l’utilizzo della farina di grano saraceno.
Differenza tra pici e bigoli
Tra pici e bigoli esiste più di un’importante differenza. Entrambi sono piatti poveri, ma essi sono diventati protagonisti delle tavole di zone diverse d’Italia. I pici dominano così il panorama culinario toscana e quello del Centro Italia in generale. I bigoli sono, invece, molto amati in Veneto e hanno conquistato parte della Lombardia, soprattutto nell’area di Mantova. I pici, un tempo conditi solo con olio e cipolle, vengono, poi, oggi serviti con un tradizionale sugo di pomodoro, aglio e funghi. Alternative al ragù di selvaggina restano, comunque, molto popolari. I bigoli si prestano, invece, bene ai più svariati condimenti. Le versioni più classiche li abbinano, però, a ragù di anatra o cinghiale o a pesci lacustri come le sarde.
Capire la differenza tra pici e bigoli ci aiuta a non confondere due alimenti tanto importanti per il panorama gastronomico italiano. I due prodotti, entrambi nati nell’ambito della tradizione contadina, sono oggi protagonisti tanto nelle sagre di paese e nei pranzi di famiglia, quanto nelle cucine dei grandi ristoranti stellati. Ai palati il compito di distinguerli affidandosi al gusto.
