Pomodoro bronzeo dall’Italia: una miniera di antissodanti
Il pomodoro bronzeo è stato ottenuto qui in Italia dall’Ispa-Cnr di Lecce, un vero concentrato di antiossidanti, il corrispettivo di 5 chilogrammi di uva rossa, per intenderci, in un singolo pomodoro.

Il pomodoro bronzeo, chiamato così per via del colore della sua buccia, è stato messo a punto dall’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ispa-Cnr). L’obiettivo era creare un frutto con un’altissima concentrazione di antiossidanti, risultato centrato in pieno dall’equipe: il pomodoro non solo è molto gustoso, ma è un vero toccasana.

Il pomodoro di bronzo
Sono già cominciate le prime sperimentazioni per valutare i «poteri curativi» di questo frutto, che avrebbe dimostrato, in una serie di esperimenti, di alleviare i sintomi dell’infiammazione all’intestino dei topi. Aurelia Scarano dell’Ispa-Cnr ha dichiarato: «chiaramente che questa combinazione di polifenoli è in grado di migliorare i sintomi dell’infiammazione intestinale».

Ma le qualità del pomodoro bronzeo non si fermano di certo qui: tra gli effetti positivi riscontrati sembrerebbe che ci sia un miglioramento della flora dell’intestino, in particolare i batteri lattici positivi. D’altra parte frutta e verdura sono alimenti naturalmente ricchi di antiossidanti, ed è da questo presupposto che gli scienziati sono partiti per creare il primo pomodoro bronzeo. Aurelia Scarano ha poi concluso «abbiamo incrociato linee di pomodoro geneticamente modificate con geni di altre specie vegetali, come altri pomodori e l’arabetta comune che le hanno rese ricche di antiossidanti».
