inNaturale
Home
>
Food
>
Piadina: origine e storia dello street food romagnolo

Piadina: origine e storia dello street food romagnolo

La piadina è ancora oggi un simbolo della gastronomia romagnola, la storia di questo alimento è tanto antica, quanto ricca di colpi di scena.

La piadina fa gola a tutti e, allora, spesso, non ci si sofferma su quale sia la sua storia o dove essa sia nata. L’origine dell’alimento è in realtà antica ma, nel corso del tempo, la ricetta ha subito diverse variazioni. Da cibo dei poveri la leccornia si è allora trasformata in uno sfizio da turisti e ha infine colonizzato persino le cucine dei grandi chef.

Piadina: origine e storia dello street food romagnolo
@envatoelements

Quanti anni ha la piadina romagnola? 

La storia della piadina romagnola inizia in epoca antica. Le prime testimonianze sulla preparazione di sfoglie non lievitate a base di farine varie e acqua risalgono al 1.200 a.C. I pionieri dell’utilizzo dei cereali in cucina furono gli Etruschi, che trasmisero, poi, le proprie conoscenze ai Romani. Al tempo le sottili sfoglie erano un cibo da ricchi, poiché dovevano essere cotte su lastre roventi e consumate in breve tempo. 

Con l’avvento dei lievitati e del pane i ruoli si invertirono. Nel Medioevo le “sfarinate” sono diventate, cioè, il nutrimento di chi non poteva permettersi pane e grano. In un testo del 1371, compilato dal Cardinale Angelico, si legge che tra i tributi che la città di Modigliana doveva pagare alla Camera Apostolica, rientravano due “piade”.

La storia della piadina 

Dopo una prima fase in cui la piadina è rimasta un lusso concesso a pochi la storia si è dimostrata tutt’altro che lineare. Per gran parte del Medioevo e per diversi secoli dopo di esso, in realtà, la leccornia è rimasta relegata al posto di umile sostitutivo del pane. Con l’affermarsi delle Signorie e delle grandi scuole di cucina, infatti, l’attenzione si è per lungo tempo concentrata su preparazioni più elaborate. 

La situazione è, però, cambiata radicalmente nel XX secolo, quando l’abbinamento di farina di grano e di mais ha permesso di ottenere alimenti gustosi e a basso costo. Da cibo domestico la piadina è, allora, diventata quello che oggi viene chiamato uno “street food” e ha iniziato a conquistare i turisti che dalla metà del Novecento hanno cominciato ad affollare la Riviera Romagnola.

Piadina: dalla ricetta originale alla storia 

Nel corso della storia le modalità di preparazione della piadina sono state diverse. Al di là dei prodotti industriali, ciò che è certo è che la sfoglia della vera leccornia romagnola andrebbe preparata rigorosamente al momento e stesa a mano, come avviene ancora nei caratteristici chioschi della Riviera. 

L’impasto nella versione originale prevede che vengano utilizzati:

  • Farina, solo di frumento o sia di frumento sia di mais
  • Strutto, che oggi spesso è sostituito dall’olio d’oliva
  • Bicarbonato, o mezza bustina di lievito
  • Sale
  • Acqua

Quanti tipi di piadina esistono? 

Nel corso della storia la ricetta della piadina è stata declinata in maniere molto diverse ma oggi le principali tipologie di alimenti in cui ci si imbatte in Emilia Romagna sono due. A Nord, tra Rimini e Ravenna, si mangia, allora, la piadina propriamente detta. Questa ha uno spessore inferiore ai 3mm, ma vanta un diametro che raggiunge i 30 cm. Più a Sud si mangia la piada, meno ampia, ma più spessa.

Le curiosità sulla storia della piadina riguardano anche il nome. Esso potrebbe derivare dal greco "platokis", che significa focaccia, ma l'etimologia rimane incerta. In tempi più recenti fu Giovanni Pascoli a italianizzare il termine dialettale "piè" e a tesserne le lodi. Egli si spinge a definire la pietanza “cibo nazionale dei Romagnoli”.


Alice Facchini
Alice Facchini
Scopri di più
Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
Scopri di più
Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte