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Perché si dice vendemmia?

Perché si dice vendemmia?

L’attività di raccolta dell’uva per produrre il vino è conosciuta come vendemmia, parola il cui significato deriva dal latino

La produzione del vino, quantomeno per gli amanti della bevanda, ha un fascino particolare. Uno dei passaggi cruciali del processo è senza ombra di dubbio la vendemmia, vale a dire la raccolta dell’uva destinata a essere trasformata in rossi, bianchi, rosé, spumanti e via dicendo. Tempi e sistemi di raccolta variano di zona in zona, anche se in Italia, così come nel resto dell’emisfero Nord del pianeta, l’attività si svolge nel periodo compreso tra luglio e novembre. Ma perché si dice “vendemmia” e “vendemmiare”? Qual è il significato di queste parole? Scopriamolo…

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Foto: Vindemia Winery @Unsplash

Vendemmia, perché si dice così?

Fare la vendemmia, periodo di vendemmia, vendemmia tardiva. Le espressioni che contengono la parola con cui ci si riferisce all’operazione di prelievo dei grappoli d’uva dalle viti per la produzione del vino sono tantissime. Anche per questo di sicuro a qualche curioso è capitato di interrogarsi sul significato di questo termine, soprattutto se la zona in cui si abita non è a vocazione vitivinicola e quindi, per un motivo o l’altro, non si è contatto con la cultura del vino.

La parola “vendemmia” deriva dal latino vīndēmia e dal tardo latino vĭndēmia, e sua volta è il risultato dell’unione del sostantivo vīnum (vino) con il verbo demĕre (levare). Insomma, una perfetta sintesi dell’attività che indica e alla quale veniva attribuita una grande importanza nell’Antica Roma.

La vendemmia nell’Antica Roma

Gli antichi romani, infatti, ogni 19 agosto celebravano la cosiddetta “Vinalia Rustica”, una festa in onore di Giove che dava ritualmente inizio alla vendemmia. L’uva veniva raccolta a mano con l’aiuto di utensili simili a coltelli, depositata in piccoli contenitori e poi gettata nelle “lacus vinaria”, vere e proprie vasche nelle quali veniva pigiata.

Nel periodo della “Vinalia Rustica” tutte le attività venivano sospese, in modo tale che tutta la famiglia o la cerchia famigliare potesse riunirsi e dedicarsi esclusivamente al lavoro nelle vigne. È da qui che deriva il carattere sociale e conviviale della vendemmia. L’attività era qualcosa che univa, un’occasione per festeggiare e passare del tempo insieme.

L’attività oggi

Questo spirito sacrale è stato tramandato nel tempo. Tanto che spesso il momento della vendemmia è stato associato alla celebrazione dedicate a diversi santi che venivano ringraziati per l’uva prodotta. La ritualità dell’attività si è un po’ persa a partire dalla metà del ‘900, complice la meccanizzazione delle operazioni in nome della produttività. Tuttavia, si possono trovare ancora in alcune zone d’Italia realtà e aziende che conservano le usanze del passato e interpretano la vendemmia come rito collettivo e di festa.


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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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