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Noce moscata, una spezia «insanguinata»

Noce moscata, una spezia «insanguinata»

C’è stato un tempo in cui la noce moscata valeva come l’oro e tutti volevano accaparrarsela.

Quella che vi vogliamo raccontare oggi non è una storia qualsiasi. È la storia di una spezia comune, utilizzata in cucina come ingrediente per la preparazione di dolci, creme e ricette nostrane: la noce moscata. A questa spezia, nei secoli, sono state attribuite proprietà miracolose, a tal punto da venir considerata agli inizi del Settecento, per le sue caratteristiche di antisettico, come rimedio per oltre cento malattie. Una spezia preziosa, al centro di guerre sanguinose e mire espansionistiche.

La pianta delle spezie

La noce moscata è il seme decorticato della Myristica fragrans, una pianta sempreverde originaria dell’Indonesia, più precisamente delle Isole Molucche, che può raggiungere i 20 metri di altezza. Oggi coltivata in varie zone intertropicali, questa pianta rappresenta una vera e propria unicità, in quanto da essa si ricavano non una, ma bensì due spezie distinte: la noce moscata ed il cosiddetto macis, spezia dal sapore più delicato, ottenuta dall’essicazione di un’altra parte del frutto, l’endocarpo, ovvero la guaina di colore rosso acceso che riveste il seme.

Particolarmente apprezzata in cucina per il suo aroma caldo ed esotico, derivato dalla concentrazione nel seme di un olio aromatico, la noce moscata veniva ampiamente utilizzata in passato anche per le sue proprietà officinali.

Il mistero delle Isole delle Spezie

Ci fu un tempo in cui la pianta Myristica fragrans cresceva unicamente in una zona molto ristretta delle Isole Molucche. Note anche come «Isole delle Spezie», per la rigogliosità della loro vegetazione da cui si ricavavano i pregiati aromi, queste isole fino al XIX secolo sono state l’unica area di produzione della noce moscata.

Già conosciuta dai mercanti arabi che custodivano gelosamente il mistero della sua origine, questa spezia iniziò ad essere apprezzata in Europa, in cucina come in profumeria, all’inizio del XVI secolo. Ma è solo tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII sec. che i profumi di questo seme essiccato divennero così preziosi per gli aristocratici europei del tempo da indire una vera e propria corsa alla noce moscata.

Una spezia «insanguinata»

Il 1512 fu l’anno della svolta: il navigatore portoghese Antonio de Abreu trovò le isole dell’Indonesia dove la pianta della noce moscata prosperava; il mistero era stato svelato. Si susseguirono oltre duecento anni di ostilità, contenziosi e scontri sanguinosi tra gli stati europei che se la volevano accaparrare.

Alla noce moscata venivano infatti attribuite proprietà farmaceutiche prodigiose, in grado di curare moltissime malattie, peste compresa. Ci fu addirittura un periodo nel ‘600 in cui costo era stimato come l’oro. Nel 1700 diventò una vera e propria moda: in Inghilterra i giovani benestanti erano avvezzi sfoggiare piccole grattugie ornamentali per insaporire al momento le loro pietanze con una grattugiata di noce moscata.

Dapprima i portoghesi, poi gli olandesi ed infine gli inglesi. Il monopolio della noce moscata fu al centro di numerosi scontri e costò la vita a moltissimi indigeni, che furono uccisi o deportati in nome di questa spezia, talvolta per denaro, talora per una «stupida» moda.


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Francesco Gavazzi
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Laureato in Lettere ad indirizzo giornalistico e copywriter di professione, ha abbandonato la penna in favore di forchetta e tastiera. Buongustaio, amante della natura e dei sapori, vuole dire la sua nel mondo del food.
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