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Migliaccio napoletano, il dolce di Carnevale vecchio di 1000 anni

Migliaccio napoletano, il dolce di Carnevale vecchio di 1000 anni

Il migliaccio napoletano è un tipico dolce di Carnevale la cui storia affonda di 1000 anni nel passato della città partenopea. Con l’avvicinarsi del martedì grasso abbiamo deciso di raccontarvi la sua origine.

Il mitico migliaccio napoletano è un dolce di Carnevale vecchio di oltre 1000 anni. La sua storia è molto antica, lo si può intuire dalla semplicità degli ingredienti e della preparazione. L’uso del miglio però, da cui il dolce prende il nome, è forse l’indicatore più significativo della storia del dolce, visto che è un cereale molto poco utilizzato. Oggi gli ingredienti sono leggermente cambiati e uno in particolare, molto macabro, è stato completamente abbandonato. Sapete quale?

Migliaccio senza miglio

Come abbiamo anticipato il nome del dolce deriva dal suo ingrediente principale con cui e nato, il miglio: il suo nome latino, migliaccium, deriva dal fatto che originariamente veniva impiegato pane di miglio raffermo. Oggi viene realizzato con il semolino - in altre parola semola di grano duro - ricotta e latte come ingredienti principali.

Una volta sfornato, il migliaccio ricorda molto nei profumi la pastiera, soprattutto per il suo aroma di millefiori e arancia. All’assaggio però diventa chiaro come questo dolce sia in realtà molto più simile al ripieno delle tipiche sfogliatelle napoletane, ripiene di ricotta dolce e profumata.

Un macabro ingrediente

La ricetta originale di questo dolce, come accennavamo all’inizio dell’articolo, risale ad oltre 1000 anni fa, in pieno Medioevo, probabilmente preparata la prima volta da contadini. A conferma di questa teoria, che racconta un’origine molto diversa rispetto ad altri dolci più «altolocati», sarebbe il sangue di maiale, necessario nella ricetta originale.

Questo macabro ingrediente che oggi può fare storcere il naso ai più ma in passato era considerato un alimento completo e nutriente, ottimo per la vita contadina. La tradizione cattolica e borghese però fece rapidamente sparire questo ingrediente dalla ricetta principale perché considerato troppo pagano. Così, nel Settecento, la ricetta sostituì il sangue con cannella, zucchero, farina, uova e ovviamente la semola, come vi abbiamo già detto nel capitolo precedente.


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