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Microplastiche: testato con successo l’okra per eliminarle dalle acque reflue

Microplastiche: testato con successo l’okra per eliminarle dalle acque reflue

Alcuni ricercatori hanno sperimentato estratti di okra e di altre piante come il tamarindo per ripulire le acque reflue e l’idea sembra promettente

Ripulire le acque reflue dalle pericolose microplastiche usando estratti di okra potrebbe rivelarsi un’idea promettente. È la conclusione a cui è arrivato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Tarleton State University (Texas – Stati Uniti) guidato dalla dottoressa Rajani Srinivasan. Il lavoro, presentato a un recente meeting dell’American Chemical Society, ha testato con successo le sostanze viscide ottenute dal frutto verde molto usato nella cucina africana, indiana e sudamericana, ma anche da altri tipi di pianta. Tanto che in futuro potrebbero sostituire, o almeno ridurre, le sostanze chimiche attualmente usate per il trattamento delle acque.

Alcuni ricercatori hanno sperimentato estratti di okra e di altre piante come il tamarindo per ripulire le acque reflue

Okra contro le microplastiche nelle acque reflue

In passato, la dottoressa Srinivasan aveva già constatato che l’okra e altre piante potevano aiutare a rimuovere dall’acqua inquinanti derivanti dalle lavorazioni tessili così come microrganismi. Dopo questi primi successi, ha deciso così di analizzare se questa soluzione potesse rivelarsi utile anche per rimuovere le problematiche microplastiche disperse nelle acque reflue. Tra le numerosi fonti di queste particelle, c’è ad esempio la lavatrice che, durante i suoi cicli, “strappa” fibre sintetiche dai vestiti.

Nel nuovo studio, oltre all’okra, i ricercatori hanno preso in considerazione gli estratti viscosi di aloe, cactus, fieno greco, tamarindo e psillio. Nello specifico, a essere testate sono state le catene di carboidrati, detti polisaccaridi, sia ricavate dalle singole piante, sia in combinazione. Per verificare la loro azione, sono state poi confrontate le immagini da microscopio delle acque reflue scattate prima e dopo la pulizia. I risultati hanno dimostrato che i polisaccaridi dell’okra combinati con quelli del fieno greco sono più efficaci a rimuovere le microplastiche dalle acque dell’oceano. Quando accoppiati con quelli di tamarindo, funzionano meglio nell’acqua fresca.

Una soluzione non tossica

Le valutazioni finali hanno dimostrato che gli estratti di okra e delle altre piante rimuovono le microplastiche allo stesso livello delle sostanze chimiche comunemente usate negli impianti di trattamento delle acque reflue. In alcuni casi, addirittura meglio di queste. Con un vantaggio: non rischiano di frammentarsi e disperdere nell’acqua composti tossici. Come può succedere, ad esempio, con la poliacrilammide, uno dei prodotti chimici (chiamati flocculanti) utilizzati per coagulare gli inquinanti solidi presenti nell’acqua affinché siano eliminati.

Acqua potabile sicura

Gli estratti di okra e delle altre piante testate potrebbero quindi rivelarsi delle valide alternative naturali per garantire la sicurezza dell’acqua che sgorga dai nostri rubinetti. Oltre a non essere pericolose per la salute, sono infatti utilizzabili nei comuni impianti di trattamento. Il condizionale è però d’obbligo visto che si parla di qualcosa ancora confinato in ambito di ricerca. I ricercatori hanno tuttavia già annunciato che sperano di sviluppare e commercializzare presto il processo messo a punto, sistema che potrebbe garantire l’accesso all’acqua potabile a un pubblico più vasto.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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