Possiamo trovare le microplastiche anche in casa a causa dell’utilizzo dei prodotti realizzati con la plastica che usiamo tutti i giorni.
La plastica è un materiale che può essere vantaggioso in alcuni contesti, ma presenta anche diversi aspetti negativi. Oltre al difficile smaltimento di questo materiale, esso è la causa dell’inquinamento provocato dalle microplastiche che si possono trovare anche in casa. Si tratta di microscopiche particelle di plastica che possono finire nel nostro corpo principalmente perché ingerite insieme al cibo.
Microplastiche in casa: nel cibo
Uno dei principali vettori delle microplastiche che abbiamo in casa è proprio il cibo. Secondo un documento pubblicato su Scientific Reports nel 2020, l’azione di aprire una confezione di patate può rilasciare delle microplastiche sui tuberi che poi cuciniamo e mangiamo. Anche l’utilizzo di taglieri in plastica produce decine di milioni di microparticelle ogni anno.
Per limitare la quantità di microplastiche in casa che ingeriamo, la ricercatrice Himani Yadav della North Dakota State University consiglia di lavare attentamente il cibo e di utilizzare taglieri in legno. Meglio evitare anche le padelle antiaderenti, le quali possono rilasciare microplastiche. Negli Stati Uniti è stata rilevata la presenza di microplastiche anche nel 95% dei campioni di acqua del rubinetto.
Microplastiche in casa: nell’abbigliamento
Alcuni vestiti possono rilasciare microplastiche, se sono composti principalmente da microfibre di plastica. Capi di abbigliamento di questo genere sono fatti in poliestere o nylon. Si stima che ogni anno circa 2,2 milioni di tonnellate di microfibre in plastica finiscono negli oceani. Anche la scelta del detersivo incide sul rilascio di microplastiche: quello in polvere è più abrasivo rispetto a quello liquido.
Per evitare la dispersione delle microplastiche sia nella rete di scarico dell’acqua che in casa, è possibile utilizzare degli appositi sacchetti ecologici o dei filtri esterni. Questi strumenti hanno lo scopo di catturare le microparticelle di plastica. La National Geographic Explorer Rachael Zoe Miller ha ideato una speciale palla da bucato che cattura le microfibre.
Microplastiche in casa: nei prodotti per il bagno
Le microplastiche si possono arrivare in casa anche attraverso i prodotti per il bagno. Il 90% di questi ultimi contengono delle microplastiche per aumentarne la viscosità o la brillantezza. Quando questi prodotti vengono risciacquati, rilasciano le microplastiche che si riversano così negli scarichi. Il rischio è quello che non vengano trattenute dai filtri degli impianti di trattamento delle acque reflue.
Per limitare la dispersione delle microplastiche in casa e nell’ambiente è consigliato ridurre l’utilizzo di prodotti per il bagno che contengono questi materiali che impiegano anche più di un secolo per decomporsi. In alternativa, è possibile utilizzare prodotti sfusi, come ad esempio lo shampoo solido. E’ consigliato comunque controllare sempre l’etichetta e verificare i materiali usati per la realizzazione del prodotto.
Ridurre la presenza delle microplastiche
Un mondo senza microplastiche in casa e nell’ambiente è possibile, anche se non nell’immediato. Quello che possiamo fare è ridurre l’utilizzo della plastica, in modo da contenere anche la produzione di rifiuti plastici che possono finire nell’ambiente e disgregarsi in microplastiche che, prima o poi, finiscono anche in casa nostra.