Si può mangiare carne in Quaresima?

Secondo la liturgia cattolica la Quaresima è quel periodo di 40 giorni che dal mercoledì delle Ceneri accompagna fino alla Pasqua. È un periodo che celebra i giorni trascorsi da Gesù nel deserto in penitenza e meditazione. Per molti credenti la Quaresima è un periodo di sacrifici tra cui anche quello di non mangiare carne il venerdì. La tradizione cattolica di astinenza dalla carne il venerdì affonda le sue radici nel passato e oggi la sua osservanza è regolata dalla costituzione apostolica Paenitemini voluta da papa Paolo VI nel 1966.

Perché non si può mangiare carne i venerdì di Quaresima
Secondo la tradizione, la sofferenza e la morte di Gesù in croce è avvenuta proprio di venerdì. In segno di rispetto verso la passione del Cristo i cristiani osservano in questa giornata un momento di condivisione della sofferenza rinunciando a mangiare carne. L’osservanza del digiuno dalle carni è particolarmente seguita proprio durante i venerdì di Quaresima. Si legge nella costituzione di Paolo VI: “l'astinenza si osserverà in tutti i venerdì che non cadono in feste di precetto, mentre l'astinenza e il digiuno si osserveranno nel mercoledì delle Ceneri, o secondo la diversità dei riti nel primo giorno della Grande Quaresima, e nel venerdì della Passione e Morte di Gesù Cristo”.
Chi non può mangiare carne in Quaresima?
Sempre secondo la costituzione “alla legge dell'astinenza sono tenuti coloro che hanno compiuto i quattordici anni; alla legge del digiuno invece sono obbligati tutti i fedeli dai ventun anni compiuti ai sessanta incominciati”. Inoltre “la legge dell'astinenza proibisce l'uso delle carni, non però l'uso delle uova, dei latticini e di qualsiasi condimento anche di grasso di animale”. La legge del digiuno invece prevede “un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po' di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate”.
Perché proprio la carne?
La tradizione di non mangiare carne i venerdì, in particolare quelli di Quaresima, affonda le sue radici nell’idea di penitenza. Un tempo la carne era un alimento di lusso e rinunciarvi rappresentava un sacrificio non indifferente. Nella situazione odierna in cui la carne è un alimento diffuso, l’astinenza dal suo consumo ha perso parte dell’intenzione originale. Per questo motivo la Chiesa ha previsto per le Conferenze Episcopali la possibilità di sostituire l’astinenza dalle carni con altre penitenze o esercizi di preghiera.
Si legge: “La Chiesa, conservando la consuetudine osservata per tanti secoli con norme canoniche di esercitare la penitenza anche mediante l'astinenza dalle carni e il digiuno, pensa di convalidare con sue prescrizioni anche gli altri modi di far penitenza, là dove alle Conferenze Episcopali sembrerà opportuno sostituire l'osservanza della astinenza dalla carne e del digiuno con esercizi di preghiera ed opere di carità”. Particolarmente, specifica la costituzione canonica, in situazioni di disagio dove la carne potrebbe essere un alimento irrinunciabile della dieta per garantire la salute.
