Le tante forme del mais: ecco l’huminta

Esistono cinquantacinque varietà tradizionali di mais. Altrettante numerose sono le ricette che si possono preparare con questo prodotto della terra proveniente dal continente americano. Tra i piatti a base di mais merita una nota particolare l’huminta, uno spuntino tradizionale diffuso in molti paesi dell’America del Sud che si diversifica in base alla regione geografica in cui è cucinato.

L’huminta
L’huminta è uno dei tanti piatti che si possono cucinare con il mais. E’ molto simile al tamal, cioè una sorta di piccolo pane fatto con farina di mais impastata con l’acqua e che racchiude al suo interno, come se fosse uno scrigno che custodisce un prezioso tesoro, un ripieno di carne, formaggio o verdure. Esiste anche una versione dolce. Spesso è avvolto in una foglia di mais ed è cotto al vapore o nel forno di pietra andino chiamato pachamanca.
L’huminta si diversifica dal tamal per un solo ma importante elemento. Al posto della farina vengono utilizzati direttamente i chicchi freschi di mais. Questi ultimi vengono pestati fino a che diventano una poltiglia densa pronta per essere cucinata. Anche in questo caso il piatto è integrato con un ripieno di formaggio fresco o di lardo, cipolla, quinoa e peperoncino.
L’ingrediente segreto
La presenza della quinoa nell’huminta è molto importante. Questo ingrediente è l’elemento segreto che rende questa pietanza andina una bomba calorica. La quinoa è anche ritenuta un “super food” ed è molto richiesto per le sue proprietà nutritive.
La quinoa è anche un prodotto rilevante per l’economia di alcuni Paesi dell’America del Sud, come ad esempio per la Bolivia, la quale è il maggior produttore di quinoa. Quest’ultima è confusa con una varietà di cereale ma, in realtà, è il seme di Chenopodium quinoa, una pianta appartenente alla stessa famiglia degli spinaci.

Dalle origini ai giorni nostri
Già nelle cronache di Garcilaso de La Vega del XVI secolo si possono trovare delle tracce dell’huminta. L’autore scrive che gli indigeni peruviani mangiavano questo piatto in occasione di momenti speciali, come ad esempio durante i riti religiosi o per le cerimonie della nobiltà Inca.
La ricetta di allora differiva da quella giunta ai giorni nostri principalmente sulle tecniche di preparazione dell’impasto. Oggi, alcuni cuochi affermano che il segreto di una buona huminta è l’utilizzo del mais creolo e l’aggiunta di un po’ di latte durante la preparazione dell’impasto, il quale non deve essere né troppo acquoso né troppo duro.
Il mais può essere utilizzato come ingrediente in tante ricette. L’huminta diffuso nell’America del Sud è un esempio saporito di come il gusto si intreccia con il fabbisogno energetico della dieta alimentare dell’uomo. Infatti, l’huminta è come una “razione kappa” e fornisce l’energia necessaria agli abitanti delle Ande che devono resistere alle vertiginose altitudini e agli sbalzi termici tra giorno e notte.
