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Le renne della Lapponia muoiono di fame a causa dei cambiamenti climatici

Le renne della Lapponia muoiono di fame a causa dei cambiamenti climatici

Con l’aumento delle temperature, il loro habitat cambia. Neve e ghiaccio ora complicano la ricerca di cibo degli animali, già colpiti da importanti morie

I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova le renne della Lapponia. L’innalzamento delle temperature medie del pianeta sta cambiando l’habitat di questi cervidi semidomestici. In particolare, è mutata la neve che cade nelle freddissime aree polari in cui si sono abituate a vivere, rendendo difficile la ricerca di cibo. Tanto che si sono già verificate morie di massa. Queste difficoltà hanno riflessi negativi su chi fa dell’allevamento delle renne una delle sue principali attività. Come i Sami, l’ultimo popolo indigeno rimasto in Europa.

Le renne della Lapponia muoiono di fame a causa dei cambiamenti climatici

Perché le renne soffrono

Ma come incide il mutamento della neve sulla vita delle renne? L’aumento delle temperature in Lapponia, regione che attraversa quattro Paesi (Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia), la sta trasformando: quella che un tempo era neve semi-permanente durante l’intero inverno ora si è convertita in pioggia, acqua che finisce per congelarsi sul terreno. Questo ghiaccio intrappola i licheni, la principale fonte di sostentamento invernale delle renne, le quali non riescono a scavare con i loro zoccoli per raggiungere le piante, come erano solite a fare. Ma non finisce qui. Le fitte nevicate creano uno strato spesso sul suolo che impedisce agli animali anche di sentire l’odore dei licheni.

Ghiaccio e nevicate copiose non sono di certo una novità a queste latitudini. Il problema è che questi fenomeni si stanno verificando con una maggiore frequenza e su scala più grande. Il tutto, con molta probabilità, è dovuto al fatto che l’area artica si sta scaldando quattro volte più velocemente del resto del mondo, e non due volte come si credeva in precedenza. A riportarlo è stato uno studio pubblicato su Science a dicembre 2021. Basti pensare che in Lapponia lo scorso luglio il termometro ha toccato i 33,6 C°, la temperatura più alta mai registrata nell’ultimo secolo.

La sfida alla sopravvivenza

Il risultato è che le renne sono spinte al limite per sopravvivere. E con esse gli allevatori Sami che contano sull’attività come mezzo di sostentamento insieme a pesca e caccia. I mandriani di questa etnia allevano gli animali allo stato brado spostandosi nelle zone dove il cibo è più abbondante. Il problema è che per trovare queste aree ora sono costretti a spingersi molto più lontano dai luoghi abituali, fatto che rende più stancante il lavoro.

In più, le mandrie tendono a disperdersi maggiormente alla disperata ricerca di nutrimento, rendendo ancora più difficile la loro gestione durante le poche ore di luce quotidiane invernali a queste latitudini. Nell’ultimo decennio, si sono già verificati episodi di morie di massa per fame di renne: tra il 2013 e il 2014 è successo in Russia, mentre tra il 2018 e il 2019 in Norvegia.

Le altre minacce

La crisi climatica non è l’unica minaccia che devono affrontare le renne della Lapponia. L’allevamento di questa specie è in crescente difficoltà anche a causa della silvicoltura e delle attività minerarie che sottraggono pascoli alle bestie. Uno studio norvegese ha scoperto che, nell’ultimo secolo, gli habitat indisturbati delle renne sono calati del 70 percento. “Quando vivi così a stretto contatto con una creatura, vedi il mondo attraverso ai suoi occhi – ha detto Henrik Blind, un allevatore Sami intervistato dal quotidiano inglese The Guardian –. Vedi come è dura vivere in queste condizioni. È tutto sottosopra”.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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